The Giver – Il mondo di Jonas: recensione

Tratto dall’omonimo romanzo di Lois Lowry, un film su un mondo distopico che nasconde tanti segreti

locandina the giverGENERE: drammatico, fantascienza

USCITA IN SALA: 11 settembre

DURATA: 94’

VOTO: 3,5 su 5

Immaginiamo un mondo futuro in cui non esistono più guerre, differenze sociali, religioni o sofferenze. Tutto ciò che può causare dolore o disturbo è stato abolito, compresi gli impulsi sessuali, le stagioni e i colori. Le regole da rispettare sono ferree, come il coprifuoco, il non mentire mai, ma tutti i membri della comunità si adeguano al modello di controllo governativo, in cui non c’è spazio per alcun tipo di emozione e contatto fisico.

È il mondo ideale in cui vive il giovane Jonas, che insieme ai suoi amici Fiona (di cui è innamorato) e Asher, attende la “Cerimonia dei 12”, un evento che li introdurrà nell’età adulta e nei compiti che dovranno eseguire per il resto della loro vita. Jonas è l’unico tra gli abitanti della sua Comunità a vedere ciò che lo circonda con altri occhi, ed è per questo suo dono che viene scelto per diventare il Ricevitore di ricordi, ovvero colui che custodirà le memorie, e sarà addestrato dal Donatore. Il ragazzo proverà sulla propria pelle emozioni mai provate, e vivrà eventi del passato, ormai cancellati alla memoria collettiva.

Phillip Noyce dirige un mondo distopico, costantemente controllato dalle telecamere, che ricorda un po’ 1984 di George Orwell, in cui ogni soggetto che vi vive deve sottostare a delle regole severe, e la punizione per chi le infrange sarà altrettanto severa. Il romanzo da cui è tratto il film, The Giver – Il mondo di Jonas, è un classico di fantascienza per ragazzi che ha venduto più di dieci milioni di copie in tutto il mondo. La pellicola è frutto di una produzione decennale, nonché una realizzazione di un sogno durato vent’anni per Jeff Bridges, che nel film interpreta il Donatore. L’attore è anche produttore della pellicola, e aveva intenzione di realizzare una trasposizione cinematografica del romanzo perché i suoi figli sono fan della saga letteraria di Lowry (che si compone di altri tre libri).

È proprio Bridges ad essere il punto focale di The Giver: è lui il custode a cui Jonas (Brenton Thwaites) fa riferimento e la voglia di sapere del ragazzo aumenta ogni volta che va ad addestrarsi con lui. La mente del giovane si riempie così di immagini e sensazioni nuove per lui, e il regista ci mostra foto e momenti colorati che coinvolgono diverse etnie, per marcare la differenza tra il mondo di Jonas e quello ‘reale’: uno scontro tra l’essere tutti uguali, e l’esser diversi.

Oltre alle memorie felici, il ragazzo entra in contatto con quelle tristi e crude, come la caccia agli elefanti, la guerra, l’infanticidio, e capisce gli oscuri segreti che il governo e il suo capo (una sempre straordinaria Meryl Streep) stanno nascondendo. Anche i genitori di Jonas (Alexander Skarsgard e Katie Holmes, che fungono da contorno alla storia, senza dare alcun spessore) si comportano come tutti gli altri intorno al ragazzo. Sono robot che rispondono a dei comandi, senza alcuna emozione.

Un film fantascientifico ma che fa riflettere su molti temi attuali (infanticidio, il governo che controlla l’uomo, il passaggio all’età adulta) e la domanda principale cui si trova di fronte il pubblico è: preferireste vivere in un mondo perfetto, ma tuttavia vuoto, senza emozioni, oppure in un mondo triste e cupo, ma pieno di sfaccettature e la gioia delle piccole cose?

 

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Linguista, aspirante giornalista, amante del cinema, malata di serie tv, in particolare dei crime polizieschi.