Roma Film Fest 2014 – X+Y: recensione (Alice Nella Città)

X+Y, STORIA DI UN ADOLESCENTE PRODIGIO ALLE OLIMPIADI DELLA MATEMATICA, TRA NUMERI E PRIMI BATTICUORI

x+yGENERE: drammatico

VOTO: 3

Nathan è un giovane prodigio della matematica, però fatica ogni volta che tenta di costruire un rapporto con altre persone, compresa sua madre. Il suo unico conforto sono i numeri. Così, quando Nathan viene preso sotto l’ala di Mr. Humphreys, un insegnante non convenzionale e anarchico, riesce a costituire con lui un’amicizia inusuale. Nathan riesce a vincere un posto nella nazionale inglese alle Olimpiadi della Matematica, con cui volerà a Taiwan per frequentare il training camp. In un ambiente non familiare, Nathan si confronterà con una serie di piccole sfide, compreso lo strano sentimento che sviluppa per una sua rivale.

X+Y è un film inglese diretto da Morgan Matthews, che può essere facilmente paragonato al maturo A Beautiful Mind, con un Russel Crowe chiuso in sé e pazzo per i numeri, anche se qui il regista ha realizzato la pellicola ispirandosi al documentario Beautiful Young Minds del 2007.

Matthews racconta con delicatezza una commovente storia di emarginazione con protagonista Asa Butterfield nel ruolo di Nathan. Il ragazzino è un genio con i numeri, ma non si può dire lo stesso con le relazioni che ha con le altre persone. La svolta arriva con le Olimpiadi della Matematica, per cui viene selezionato per rappresentare il suo paese. Inizia così un viaggio dall’Inghilterra suburbana alla movimentata Taipei, che si relaziona al viaggio interiore del piccolo protagonista, attraverso un mix di emozioni del tutto nuove per lui. Sullo schermo è palpabile la differenza dei rapporti che Nathan stabilisce con il professor Humphreys (Rafe Spall), più aperto ed emozionante, e con sua madre Julie (Sally Hawkins) – più freddo e incrinato.

Matthews riesce a colpire lo spettatore che entra nel cuore e nell’animo dei suoi giovani protagonisti, e si identifica con Nathan. Inoltre, il regista ha beneficiato del suo passato da documentarista grazie alle riprese della colorata città di Taipei e le scene di strada, girate in maniera realista.

Se c’è un difetto da trovare in X+Y è forse il focalizzarsi troppo sull’ambientazione magica di Taiwan, con le chiacchiere tra ragazzi e il training per le Olimpiadi, mentre si perde di vista il rapporto madre\figlio, che potrebbe essere una buona chiave di lettura per capire meglio il carattere del giovane ragazzino prodigio.

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Linguista, aspirante giornalista, amante del cinema, malata di serie tv, in particolare dei crime polizieschi.