The Equalizer – Il Vendicatore: pro e contro sul film

LA NOSTRA REDAZIONE HA PARERI DISCORDANTI SU THE EQUALIZER, IL SECONDO FILM DI ANTOINE FUQUA CON DENZEL WASHINGTON

The-Equalizer-Nelle sale italiane dal 9 ottobre, The Equalizer – Il Vendicatore è il film della ritrovata coppia Washington-Fuqua dopo il pluripremiato Training day del 2001. Ma nonostante questa ottima premessa, la nostra redazione si divide sulla storia di Robert McCall, ex agente segreto che finge la sua morte per ritirarsi a vita privata, e che torna a difendere i più deboli in seguito all’incontro con Alina, una giovane prostituta sfruttata dalla mafia russa.

Come valuti la prova di Denzel Washington?

Eleonora Materazzo: A sessant’anni suonati riesce ancora a riempire lo schermo e a portare avanti da solo la storia. Peccato che sia stato penalizzato da una sceneggiatura che non merita il suo talento. La storia è lenta all’inizio e banale per due ore. Quando poi inizia a velocizzarsi, è così carica di violenza che l’unico punto a favore è proprio vedere l’agilità di questo “nonno”, come viene chiamato dai colleghi di lavoro più giovani, che regge col suo sguardo magnetico un’intera pellicola sulle sue spalle, ma non basta a salvare il film.

Damiano Panattoni: Sempre turgida, a tratti feroce ma resa nobile da una bontà d’animo costante che da il via all’escalation di violenza attraverso mezzi anacronistici se si pensa al fine buone delle sue azioni. Washington si conferma uno deo più grandi interpreti contemporanei, capace di calarsi con professionalità e stile anche negli action movie crudi e accelerati come The Equalizer.

Mantiene lo stile di Fuqua?

E.M.: Bei tempi quelli di Training day. Purtroppo, secondo me, nonostante buone trovate registiche, attenzione ai dettagli e inquadrature dal sapore “artistico” (la scena finale mi ha personalmente ricordato il quadro I sonnambuli di Hopper), ha cercato di colmare le carenze e le banalità della sceneggiatura puntando troppo sulla spettacolarità e sull’eccesso di violenza, mostrando in alcuni casi di voler ironizzare sulla morte con cattivo gusto, insomma senza risparmiarsi nulla. E si sa, “il troppo stroppia”.

D.P.: Training Day resta il capolavoro, insieme all’ottimo Brooklyn’s Finest che è il suo ideale seguito. Ma, anche con The Equalizer, Fuqua conferma il suo talento d’intrattenitore attraverso film sapientemente girati che mescolano introspezione, azione e libertà linguistica.

Lo consiglieresti?

E.M.: Solo a chi va al cinema con l’unica aspettativa di vedere un grande Denzel Washington in un film nel complesso mediocre.

D.P.: Sì, perché il cinema nasce come intrattenimento. Successivamente è stato (giustamente) declinato e accompagnato da vari aggettivi più o meno sensati ma, non scordiamolo mai, la Settima Arte è uno dei mezzi più diretti e popolari per far sognare il grande pubblico con le storie più disparate. E The Equalizer centra in pieno il bersaglio.

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