Una folle passione: recensione film

UNA FOLLE PASSIONE, LA COPPIA LAWRENCE-COOPER NON BASTA A FAR FUNZIONARE UN FILM DALLA REGIA DEBOLE

Una-folle-passioneGENERE: drammatico

DURATA: 110’

USCITA IN SALA: 30 ottobre 2014

VOTO: 2,5 su 5

George e Serena Pemberton sono una coppia di neosposi in viaggio da Boston ai monti del North Carolina dove hanno intenzione di stabilirsi e creare un impero nel commercio di legname. George conosce bene la zona per averci vissuto in precedenza e per aver generato un figlio illegittimo con una donna del luogo, mentre Serena è nuova alle montagne, ma dimostra di adattarsi facilmente rivelandosi più forte di molti uomini e arrivando a salvare la vita al marito. I due sposi costruiscono il loro impero in un crescendo di violenza che li porta a eliminare tutti coloro che ostacolano il loro progetto. Il culmine arriva quando Serena scopre di non poter avere figli e decide di uccidere il figlio di George.

L’accoppiata Jennifer LawrenceBradley Cooper torna a lavorare insieme per la terza volta, dopo le precedenti esperienze con Il Lato Positivo e American Hustle. La chimica tra i due c’è e si vede sullo schermo; la Lawrence sempre al top ad interpretare un personaggio complesso, forte ma così fragile come Serena (titolo originale della pellicola), che sembra uscita da un’opera di Shakespeare. Lei è un’eroina nel suo impero fatto di uomini, e il marito George forse l’ha idealizzata anche troppo, portandola alla perfezione. Nel momento in cui il passato dell’uomo entra in gioco che l’armonia tra i due sposini va a sgretolarsi. Serena vede in Rachel (Ana Ularu) una minaccia per la sua felicità, che ha costruito e preservato fino a quel momento come tentativo di ripagare i misfatti della sua triste infanzia. Ecco quindi che l’amore per George diventa paura, e la paura diventa ossessione.

Nonostante il buon cast (cui menzione speciale va a Rhys Ifans nei panni di Galloway, inquietante quanto affascinante personaggio della storia, a cavallo tra il buono e il cattivo), un’ottima fotografia (le immense distese del North Carolina sono uno spettacolo), Una Folle Passione sembra non decollare come dovrebbe. Non sarà un caso se il film ha dovuto attendere ben 18 mesi di post-produzione prima di essere distribuito. E non sarà una coincidenza se all’inizio doveva esserci Darren Aronofsky a dirigere, sostituito in seguito da Susanne Bier.

Colpa di una regia confusa e debole, a tratti confusa, che preferisce l’uso della dissolvenza di immagini per passare dalla storia passata a quella presente, oppure la messa in evidenza sui due personaggi principali (come il corpo scolpito di Cooper o il viso angelico della Lawrence), tralasciando il resto della storia (nessun accenno alla Grande Depressione dell’epoca).

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Linguista, aspirante giornalista, amante del cinema, malata di serie tv, in particolare dei crime polizieschi.