Words and Pictures: recensione film

LA COMMEDIA CON CLIVE OWEN E JULIETTE BINOCHE CHE AFFRONTA CON IRONIA IL POTERE DI PAROLE E IMMAGINI

WORDS AND PICTURES 1GENERE: commedia sentimentale

DURATA: 116 minuti

USCITA IN SALA: 13 novembre 2014

VOTO: 3 su 5

Jack Marcus (Clive Owen) è un insegnante di letteratura inglese di un college del New England. Uomo dalla mente brillante e dalla battuta pronta, combatte una battaglia in solitaria contro la “perdita dell’aura” della parola, svuotata di senso e di profondità dall’estemporaneità dei social network. La sua è anche una lotta più intima e privata: quella riguardante la propria carriera di poeta, iniziata tra gli allori per poi essersi conclusa nella sterilità creativa.

Se la sconfitta personale viene accettata con passività, portando come unica reazione quella dell’attaccamento alla bottiglia, quella della società viene invece sofferta e respinta, risvegliando in Jack uno spirito di stimolante polemica. A subire le sue ironiche invettive sono i suoi studenti, da lui esortati a ripensare con maggior attenzione al delicato ruolo che la parola riveste all’interno della nostra vita. Per meglio far loro comprendere la situazione, decide di dichiarare una metaforica guerra all’immagine, all’arte visiva, da lui ritenuta meno importante del linguaggio verbale e scritto.

In questa sua lotta si scontrerà con la nuova insegnante di disegno artistico, Dina Delsanto (Juliette Binoche), pittrice famosa ma ormai in declino. Come Jack, infatti, anche Dina ha avuto un passato brillante nel mondo dell’arte, ma ha dovuto interrompere la sua carriera a causa dell’artrite reumatoide diagnosticatale. La donna accetterà di buon grado la sfida lanciatale dal collega, coinvolgendo i suoi alunni per poter far riconoscere a tutti che “un’immagine vale più di mille parole”. Mentre la battaglia su questo fronte continua, le difese personali dei due sfidanti iniziano invece a cedere, tra commenti brillanti e battute pungenti che porteranno Jack e Dina ad avvicinarsi.

Con Words and Pictures, il regista Fred Schepisi (Vizio di famiglia, Sei gradi di separazione) parte dal confronto-scontro tra gli elementi cardine della comunicazione – la parola e l’immagine appunto – per andare ad affrontare la vicenda di due anime sole che, nel punto più basso della loro sconfitta, trovano la forza di rialzarsi e ripartire. Mordace e intelligente, la commedia sentimentale di Schepisi presenta un lato romantico divertente e non stucchevole perché basato su un corteggiamento dove la passione è mentale prima che fisica: Jack e Dina si analizzano l’un l’altra osservando la reciproca capacità di rispondere con ironia alle provocazioni e alle battute ricevute, e, solo se sicuri di ciò, compiono il passo successivo.

I due si avvicinano ulteriormente perché accomunati da una grande consapevolezza: quella di essere entrambi totalmente innamorati del loro mestiere, del loro specifico ambito lavorativo, tanto da renderli i più agguerriti paladini della propria arte. Il duo attoriale Owen-Binoche è sicuramente il punto di forza della pellicola (assieme ai dialoghi arguti e vivaci), capace di tenere alto l’andamento dell’opera anche in quei momenti dove il lavoro di Schepisi avrebbe potuto fare di più. Ad esempio nell’affrontare le sotto-trame del plot principale, come quella del rapporto tra Jack e suo figlio, allontanatosi dal genitore a causa dei suoi problemi con l’alcol.

Argomento solo mostrato di sfuggita, viene subito inglobato nella più ampia argomentazione inerente il potere delle parole, quelle usate dall’uomo per far capire al ragazzo che sta dando una svolta alla sua vita e che non potrà mai concludere questo suo processo senza l’affetto del figlio. Inglobata nella stessa maniera è la vicenda di scherno di cui è vittima una studentessa, vessata dalle attenzioni poco piacevoli di un suo compagno che decide di vendicarsi del rifiuto ricevuto mettendo online un disegno osceno che la ritrae. Volta in questo caso a far emergere le potenzialità dell’immagine – capace qui di ferire più di mille parole – anche questa linea tematica apre ad argomenti forti (come il disagio adolescenziale, l’uso del web e la violenza maschile) che vengono a malapena accennati.

Nonostante questi aspetti, però, Words and Pictures è un lavoro che si fa apprezzare e godere grazie alla vivacità narrativa e alla particolare modalità con la quale viene condotto l’aspetto sentimentale della pellicola. Schepisi firma un’opera che offre un’ottima performance attoriale e che può fungere, per gli spettatori più attenti, come base di partenza per una riflessione importante su temi attuali della vita di tutti i giorni.

 

 

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