Blockbuster Memories: The Blair witch project – il mistero della strega di Blair

THE BLAIR WITCH PROJECT: UN FURBO LAVORO DI MARKETING PER IL PADRE DEI FALSI DOCUMENTARI MODERNI

Il mockumentary ( falso documentario) ha sempre rappresentato un genere difficile da The Blair witch project recensioneelaborare. Raccontare un avvenimento di fantasia forzando il pubblico a crederlo reale è un’impresa ardua e non adatta a tutti. Nel 1965 Peter Watkins vinse un Oscar con War Games, falso documentario che mostrava un massiccio attacco nucleare ai danni dell’Inghilterra, mostrando così il potenziale di un genere difficile da adattare. La svolta definitiva arrivò nel 1999 con il film The Blair witch project, diretto e scritto da Daniel Myrick ed Eduardo Sanchez. La pellicola ebbe una ridondante campagna pubblicitaria prima della sua uscita che portò i primi spettatori a credere che i nastri ritrovati fossero veri, grazie anche al continuo Tamtam venutosi a creare sul web per l’apertura di un misterioso sito che descriveva la storia e  i protagonisti, interpreti di loro stessi, come un fatto accaduto realmente.

La proiezione  iniziava con un’ informazione al pubblico relativa alla scomparsa di tre persone nell’ottobre del 1994, dispersi nei boschi adiacenti alla comunità di Burkittsville  (un tempo chiamata Blair), nel Maryland (USA), e del ritrovamento di alcuni  nastri audiovisivi antecedenti ai giorni della loro scomparsa.

Heather Donahue, Joshua Leonard e Michael Williams, sono tre studenti provenienti dall’Università del cinema che decidono di avventurarsi nei boschi del villaggio di Burkittsville per girare un documentario sulla leggenda della strega di Blair. Armati di telecamera i tre si mettono al lavoro, spinti anche dall’entusiasmo di Heather all’esordio da regista. I ragazzi scoprono una storia macabra:  Elly Kedward venne accusata di stregoneria e bandita dalla cittadina di Blair durante il finire del 1700. Ritiratasi nei boschi, molti ragazzi svanirono proprio nella stesse foreste e, negli anni ’40, uno psicotico killer uccise sette bambini,  sostenendo  di essere stato influenzato dallo spettro della megera. Dopo aver raccolto diverse informazioni da alcuni abitanti del luogo, i tre aspiranti cineasti si inoltrano nella fitta boscaglia alla ricerca dell’enigmatico mistero. Ben presto però si perderanno, sentendosi braccare da un’oscura entità.

È il caso di dire che per i due registi questo è stato un prodotto da una botta e via, anche perché dopo l’elevato successo economico i due sono spariti (con il malloppo) come i protagonisti della storia. Questo mockumentary nella sua fotografia sporca e nell’utilizzo della camera a mano ricorda molto un suo predecessore, il ben più esagerato film del 1979 Cannibal Holocaust diretto da Ruggero Deodato.

La critica ai tempi è stata incapace di concepire un così enorme successo sulla base di un prodotto indipendente che, secondo alcuni, faticava anche a essere definito come un horror. Effettivamente di orrore se ne respira ben poco lungo il percorso dei nostri protagonisti, diciamo che durante la visione è più il senso di paranoia e di isolamento a prevalere. Ad ogni modo bisogna dare il giusto merito a questo prodotto, capendo che l’Opera è un Cult in un genere che ancora oggi sforna film a profusione troppo spesso debole di contenuti.

Sfruttando l’onda del:” se ne parli bene o se ne parli male l’importante è parlarne” questo furbo lavoro di marketing  ha reso un film, sviluppato con soli $ 65.000, una vera miniera d’oro capace di portare ad un incasso totale nel mondo pari a $248,639,099. Un blockbuster movie indipendente che punta tutto sull’elemento suggestivo dell’accaduto e sull’effetto sorpresa venutosi a creare al suo debutto.

Migliaia di persone in fila al botteghino: chi per scetticismo, chi per curiosità e chi perché realmente ingannato e impaurito dalla storia. The Blair witch project ha fatto letteralmente da rompighiaccio ad uno stile vivente da anni e che, prima del 1999, ancora non era stato in grado di affermarsi al box office convincendo il pubblico su larga scala.

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