JAMES FRANCO E KATE HUDSON IN UN THRILLER “MORALE”
DURATA: 90 minuti
VOTO: 3 su 5
La corruzione umana e il suo stretto legame con la disperazione, economica quanto sociale, della classe media è alla base della trama di Good people. Come recita il poster, la questione che la pellicola vuol mettere in scena è: cosa può portare due “brave persone”, appunto, a provarle tutte, a superare i limiti, se messi davanti a precise condizioni, e a trasformarsi da “amanti” a “ladri”, per giungere addirittura fino a “killer”?.
Tom e Anna Reed sono i due coniugi protagonisti, freschi sposi e afflitti da problemi economici, perlopiù dovuti alla ristrutturazione della casa dei loro sogni. In più, stanno provando ad allargare il loro nucleo familiare, però ancora senza successo. Tutto cambia quando si assumono l’onere di ripulire l’appartamento del loro vicino Ben, deceduto di recente a causa di un’overdose, almeno ufficialmente, incappando in una borsa contenente 220 mila sterline. Dopo aver discusso se usufruire del “regalo” inatteso oppure no, Tom decide di saldare i debiti per la casa, mentre Anna spende il denaro in una clinica della fertitilità. Quello che non sanno, però, è che sulle loro tracce si mette il Detective Halden, dando l’avvio ad una catastrofica catena di eventi.
Tratto dal romanzo omonimo di Marcus Sakey (2008), la sceneggiatura è poi stata affidata a Kelly Masterson, la stessa dell’Onore il padre e la madre di Sidney Lumet, e segna invece l’esordio in una produzione statunitense per il regista danese Henrik Ruben Genz. Terminato di girare, tra gli Shepperton Studios e location londinesi, nel 2013, il film ha avuto una distribuzione limitata, ovvero solo in alcuni cinema americani selezionati, nel Settembre del 2014.
Le due “stelle” del cast sono James Franco (Tom) e Kate Hudson (Anna). Il primo è senza dubbio sulla cresta dell’onda, che tra blockbuster e cinema autoriale, lo ha visto anche imbarcarsi in ammirevoli e interessanti progetti indipendenti e low-cost, spesso scritti da lui stesso. Perciò dato l’estro artistico della figura in questione, quasi stupisce la sua presenza in un prodotto tanto modesto nonché commerciale, per quanto la sua caratteristica sia proprio la versatilità, forse troppa in questo caso.
Kate Hudson, invece, è risultata piuttosto assente dalla grandi produzioni hollywoodiane da un po’ di anni (praticamente dal Nine di Rob Marshall, del 2009), ma che non disdegna intanto progetti minori, vedi il recente Wish i was here, film indie di e con Zach Braff (Scrubs). La sua presenza è invece quasi “fortuita”, dato che in principio il ruolo era stato proposto a Jessica Chastain, costretta a rifiutare per eccessivi impegni. Ad accompagnarli ulteriori notevoli attori del calibro di Omar Sy e, soprattutto, Tom Wilkinson. Tra i produttori della pellicola, invece, risulta, tra i tanti, anche Tobey “Spiderman” Maguire.
Il plot di base, ovvero quello di una misteriosa fortuna “caduta dal cielo”, che si porta dietro tutte le terribili conseguenze del caso, è delle più classiche, basta citare forse l’esempio similare più famoso che è quello del Non è un paese per vecchi dei Fratelli Coen. A differenza del film vincitore di 4 premi Oscar, la caratura qualitativa nonché tecnica di Good peole è oltremodo differente, attestandosi come detto su livelli ben meno rilevanti. L’ambizione ultima della pellicola di Henrik Ruben Genz, è quella del mero intrattenimento, e, almeno in quel campo, grazie anche ai nomi coinvolti, non si può negare non riesca a portare a casa sufficientemente il risultato.