San Andreas: recensione film


SAN ANDREAS, IL DISASTER MOVIE CON THE ROCK CROLLA MISERAMENTE

locandina san andreasGENERE: catastrofico

DURATA: 107 minuti

USCITA IN SALA: 29 maggio 2015

VOTO: 1,5 su 5

Scontato, prevedibile e noioso, a tratti inguardabile nonostante il suo spettacolare catastrofismo. Grandi effetti, zero idee. Insomma, andando dritti al sodo, bocciatura totale per il San Andreas di Brad Peyton. Così scontato e pedante, che al confronto Natale sul Nilo sembra un elegia di sceneggiatura. Qualche brivido sparso lo regala, la potenza distruttrice di un “sisma mai visto”, ovvero 9,6 della Scala Richter, ha il suo fascino sullo schermo, ma il resto è un’operazione senz’anima nè cervello.

Sì, siamo un pò spietati, ma al giorno d’oggi vedere un budget di questa portata così malamente sprecato è un’offesa a tutte le produzioni emergenti. Una valanga di soldi spesi in effetti digitali che a malapena coprono la voragine del terremoto narrativo messo in campo dagli autori del film. Per non parlare del pessimo cast, capitanato da Dwayne Johnson, ex The Rock della WWA, che come accadde per il cappello di Clint Eastwood ha solo una espressione buona da vendere: sopracciglio alto o basso. Solo film di guerriglia o scene di lotta muscolari per lui d’ora in poi, grazie.

Al di là delle scene adrenaliniche, c’è molto poco da commentare, questi film sono il cliche che determina la definizione dispregiativa “americanata”, ovvero lavori “pompati” in post, che raggiungono il loro apice di demenzialità con la classica folata di vento sulla bandiera a stelle e strisce a conclusione di una lotta selvaggia (e impari) uomo contro natura. Seguiamo con scarso interesse l’eroico vigile del fuoco che vola in elicottero controcorrente insieme alla ex moglie per raggiungere la figlia intrappolata a San Francisco, poco prima che il devastante sisma di cui sopra si abbatta sulla città. Farà in tempo??

Mentre ci chiediamo durante la proiezione quante buone idee rimangano nel cassetto, diamo atto ai produttori di aver lavorato solo ed esclusivamente sul reparto effetti ed esplosioni, un mix che avrebbe dovuto fruttare un risultato ben diverso e che ci ritroviamo, ahinoi, a commentare con enfasi negativa nei riguardi di un prodotto che avrebbe dovuto approdare direttamente in homevideo. I tempi morti in questo genere sono inaccettabili.

Per il resto, dunque, meglio puntare ad altri soggetti. Oppure volendo rimanere in tema e dovendo scegliere necessariamente qualcosa nel delirio artistico, vi consigliamo di rivolgervi altrove, magari recuperando i film din un maestro del genere. Molto meglio i catastrofismi controllati che porta in scena da 20 anni un certo Roland Emmerich…

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