Jurassic World: il lifting del cretaceo


DOPO 20 ANNI SPIELBERG RIPORTA IN VITA I DINOSAURI DI JURASSIC PARK

spielberg trexDopo vent’anni non ci potevamo aspettare certo che le creature riportate in vita da Steven Spielberg, nei famigerati tre precedenti episodi di Jurassic Park, accusassero il peso del passare del tempo. Resistono da 65 milioni di anni del resto! Ma che all’impatto col pubblico reggessero ancora così bene, questo forse era meno scontato. Avevamo poi sentito ventilare, dai pargoli di sesso maschile che animano la nostra casa, eccitati dall’attesa già un paio di mesi buoni prima dell’uscita nelle sale, che stavolta l’ingegneria genetica padroneggiata dai gestori del mega zoo ante litteram si era spinta addirittura a creare un nuovo prototipo di bestione affamato, mai visto prima spadroneggiare sull’isola misteriosa che ospita l’avventura lucertolesca.

“Ahia” – avevamo commentato – “stavolta vuoi vedere che non sapendo più cosa inventare hanno spinto sull’acceleratore della credibilità, che era stata poi il successo della saga negli anni novanta?” Perché il fascino dei tre precedenti film risiedeva nel fatto, appunto, che i lucertoloni non erano mostri partoriti da mente fantasiosa di sceneggiatore visionario, ma erano creature veramente esistite che attraverso un processo di clonazione, di cui oggigiorno tanto si parla e che ha già visto concrete applicazioni pratiche, tornavano in vita. Ci si poteva anche cascare! E ora ci volete propinare il SuperSauro dagli ultrapoteri?

Con questo spirito ci infiliamo gli occhialetti 3D e ci prepariamo al luna park luminescente e assordante come nella peggiore tradizione hollywoodiana. E invece? Invece il rodeo funziona, la giostra gira e gratifica lo sguardo, sollecitando l’attenzione. E’ vero che c’è tutto il clichè dell’avventura made in USA: due ragazzini in pericolo, i cattivoni che vogliono sfruttare i poveri (!?) dinosauri a scopi personali e di lucro, l’eroe e la bella che si stanno sul gozzo e che al centro della lotta mortale scoprono invece vicendevolmente che “insomma, non ti avevo dato un’occhiata perbenino”, la fuga di massa degli innocenti spettatori, la lotta finale e il trionfo delle forze della natura sull’uomo manipolatore.

Ma c’è anche un’intelligente visione del rapporto uomo-essere vivente di altra specie che sorprende, che ci dice: “Possiamo convivere e se ci rispettiamo vicendevolmente anche legare, comunicare, essere utili uno all’altra, fare fronte comune contro le aberrazioni e l’arroganza di coloro che se ne fregano delle leggi naturali e sociali. Si denuncia l’uso sconsiderato della ricerca e dei laboratori, si racconta ai ragazzi che la fratellanza e i legami affettivi devono venire prima degli interessi personali e che a lasciarle stare le cose del creato funzionano molto meglio e provocano sicuramente meno disastri.

Sento già qualcuno ridacchiare sullo scorrere dei titoli di coda: “Capirai, filosofia post new age, da settimana enigmistica!” Può essere, d’accordo. Ma i numeri al botteghino ci dicono che raggiungerà un mucchio di persone. Hai visto mai che attecchisca in qualche testa, soprattutto in quelle delle generazioni in erba? Chi ha figli oggigiorno rabbrividisce ogni qualvolta che si guarda attorno e mi può capire e se poi la speranza in una visione migliore degli equilibri tra l’uomo, i suoi simili e il resto del baraccone dovesse passare da giocattoli digitali al 3D, beh, pazienza! Ai nostri ragazzi, in futuro, potrebbe andare molto peggio.

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Ylenia Politano, giornalista, si occupa da diversi anni di cultura, lifestyle e cinema. Mamma di tre creature e moglie di un attore, tra un asilo, uno scuolabus, una piscina e feste con 20 bambini di età compresa tra 1 e 9 anni, torna al suo primo amore, il cinema. Interviste, recensioni, riflessioni. Grandi maestri e nuovi talenti. Incursioni qua e là. Set, anteprime, backstage. Quando la mamma non c’è…”la mamma è al cinema!”