Le Badanti: recensione film


LA COMMEDIA “SOCIALE” DI MARCO POLLINI DA OGGI NEI CINEMA

le badanti locandinaGENERE: commedia

DURATA: 105 minuti

USCITA IN SALA: 11 giugno

VOTO: 2 su 5

Da oggi nelle sale cinematografiche, Le Badanti, come abbiamo raccontato in passate occasioni, è stato presentato in anteprima alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica alla scorsa edizione del Lido di Venezia e al Marchè Du Film del recente Festival di Cannes. Il film di Marco Pollini si prefigge di mettere in scena, attraverso la parabola tragica e il conseguente eroico riscatto delle sue protagoniste, uno scontro di generazioni, di culture e di pregiudizi che affliggono il “Bel Paese”. A fine visione, però, le buone intenzioni sono forse l’unico aspetto della pellicola che rimane quantomeno salvabile.

Lola, Irina e Carmen sono tre ragazze extracomunitarie arrivate in Italia in cerca di un futuro migliore, finendo però col ritrovarsi di fronte una realtà drammaticamente difficile, fatta di violenze, invidie e soprusi. In fuga dalla dura situazione che stanno vivendo, rispondono ad un annuncio per lavorare come badanti in una casa di cura per anziani. Condividendo l’avverso destino e spinte dal collaborazionismo, instaurano una solida amicizia tra loro e con gli anziani, facendo dell’impiego, all’apparenza poco appagante, una missione di vita. Quando, per colpa del furbo e disonesto direttore, la casa di riposo “Villa Bella” finisce sull’orlo del fallimento, le tre badanti dovranno inventarsi qualcosa per salvarla.

Ad interpretare le protagoniste femminili, in linea col plot di base, sono tre attrici straniere: Samantha Castillo (Lola), venezuelana, miglior attrice al Torino Film Festival del 2013; Nadiah M. Din (Carmen), del Singapore; e Anna Jimskaya (Irina), russa. L’incognita linguistica, come detto, è fin dal principio aggirata dalla coerenza narrativa, ed è in realtà l’ultimo dei problemi. Ciò che demolisce l’onesto tentativo, è la scrittura vera e propria, derivante quindi dallo script sviluppato dallo stesso regista Marco Pollini insieme agli sceneggiatori Peppino Crea e Giovanni Dentici.

A partire dalla voce narrante, che non si limita alla sua funzione di apertura della pellicola, in modo quantomeno classicheggiante, ma, anzi, arriva a descrivere pensieri e azioni delle tre sfortunate ragazze, lasciando così poco spazio all’interpretazione dello spettatore, di regola destinatario di tale compito. Così come i dialoghi stessi delle protagoniste, fatti di battute impostate, di difficile empatia e altamente stereotipate, che rendono il tutto eccessivamente didascalico, palesando la mancanza di una qualsivoglia introspezione psicologica dei personaggi. A strappare qualche sorriso ci pensa il solo Pino Ammendola, insieme al resto del cast degli “anziani”. Eppure, anche nel loro caso, la forzatura delle scene rimane piuttosto lampante, attenuata da un minimo grado di tenerezza.

Marco Pollini dopo la realizzazione di diversi videoclip musicali, da qui la collaborazione con Federico Poggipolini autore delle canzoni del film, e documentari, non solo in Italia ma anche in Sud America e Stati Uniti, è al suo primo lungometraggio cinematografico, fatto che si nota alquanto, purtroppo non in senso positivo. Inquadrature elementari, quasi da “Occhi del cuore”, con tanto di sfasati raccordi tra una e l’altra, sono solo alcuni degli esempi più evidenti di una regia e di un montaggio piuttosto grossolani ed infelici. Le Badanti è dedicato alla vecchiaia e alle storie del passato, e ai giovani alla ricerca della propria strada, nozione che sottolinea ancora come le volontà di base di rappresentare le condizioni sociali del nostro paese, successivamente poco rispettate, rimangano nobili solo in partenza.

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