Mickey Rourke è The Wrestler


NEI PANNI DI UN WRESTLER DECADUTO MICKEY ROURKE COMBATTE PER LA SUA RINASCITA

il_570xN.446752370_k1y0Il corpo è ben curato. La tinta dei capelli è rifinita, la pelle artificialmente abbronzata, il corpo depilato, il muscolo  è allenato e adesso Randy The Ram, esaltato dalla musica metal dei Quiet Riot, si avvia all’incontro, dal pubblico che lo ama e lo reclama a gran voce. Lo spettacolo deve essere nudo, crudo  e violento, deve appassionare i suoi tifosi a ritmo di offese verbali e fisiche. Tutto deve essere ben fatto e vero, soprattutto perchè di reale in realtà vi è ben poco. Come una pantomima ben recitata il contatto fisico tra i due colossi ben allenati deve sembrare devastante e improvviso, ma non è altro che un piano ben congegnato, una serie di spericolate acrobazie che vogliono divertire lo spettatore e colpire lo stimato avversario. Stimato perchè grande è il rispetto che circola tra questi atleti, attori del Wrestling. Un sentimento di condivisione e amicizia che fa di loro atleti leali e più che mai sportivi. Una sportività nascosta dietro un’aggressività recitata ed esasperata.

Randy The Ram (Mickey Rourke)  è stato una vera gloria del Wrestling. Memorabile fu l’incontro con l’Ayatollah esattamente venti anni fa. Una leggenda che tuttora viene ricordata da tutti gli appassionati del Wrestling. Adesso però la vita non è più così benevola con Robin, Randy per tutti gli altri. Egli è costretto a vivere alla giornata con un lavoro da magazziniere stando agli ordini di uno scorbutico capo del personale e spesso in ritardo con l’affitto non può neanche rientrare nella sua roulotte.  Ma la passione per questo sport, la voglia di tornare a sentire l’urlo del suo pubblico è grande e cerca così di tornare in auge collaborando con un circuito indipendente. Il sentimento per la spogliarellista Pam (Marisa Tomei) e la speranza di un recupero dell’oramai logorato rapporto con la lontana figlia lo sproneranno a rimettersi in piedi anche quando la sua vita in quel quadrato in mezzo alla folla che tanto ama, potrebbe non tornare più.

martin-schoeller-mickey-rourke-portraitE’ la mobilità di una macchina a mano quella che segue le vicende di questo wrestler decaduto. Alle sue spalle lo segue  Darren Aronofsky che con una regia  più che mai  realistica mostra una vicenda fittizia, ma che ha un’anima vera. Vera perchè Mickey Rourke ha molto in comune con questo personaggio al quale ha dato tanto, e si vede. Rourke come Randy è una vecchia gloria in attesa della sua occasione di riscossa. Aronofsky sapeva che quello sarebbe stato il ruolo perfetto per lui, declinando così anche la partecipazione del celebre Nicolas Cage. Che afferma di aver rifiutato perchè sarebbe mancato il tempo per la preparazione atletica del personaggio. Rourke invece aveva quello spirito, quella voglia di ribalta che fa di Randy un personaggio sfortunato, amato ma mai compatito. La passione per il ring della boxe ha avvicinato ancor di più l’attore a questo sport che ha seguito un’intensissimo training diventando un vero e proprio wrestler grazie anche ai consigli del wrestler professionista Afa Anoaʻi.

Le significative  assonanze tra l’attore e la sua maschera furono anche d’ispirazione per il cantante Bruce Spingsteen che scrisse la canzone The Wrestler apposta per il film su esplicita richiesta dell’attore.

La bravura di Mickey Rourke è incredibile, camaleontica in questo caso. Anche se la sua prestanza fisca ben si adattava al personaggio è indubbio come abbia dato prova di grande talento donando al suo personagggio una speciale fragilità, una dolcezza che tanto contrasta con l’aspetto così imponente e trasgressivo. E sembra sia lo stesso Rourke a chiedere un’opportunità al suo pubblico quando Randy cerca più volte di rialzarsi, malandato per via delle troppe ferite. Grazie a The Wrestler tornerà al successo e otterrà una nomination all’Oscar, simbolo che questo atleta della recitazione sia tornato sul suo tanto agognato ring a far gioire ed emozionare il suo pubblico.

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