Doppia Luce : un progetto di Laszlo Barbo

IL “PILOTA” DARK MISTERY CHE ASPIRA A DIVENTARE UNA SERIE

Doppia Luce posterCome chi segue periodicamente la nostra rubrica avrà ormai ben assimilato, se nelle grandi produzioni il genere “mistery”, a tinte noir o horror a seconda dei casi, scarseggia o addirittura è del tutto assente, ciò non si può senz’altro dire per il nostro cinema indipendente, il quale, piuttosto, sembra riservargli un occhio di riguardo. Non vuole esimersi da tali preferenze neanche il Doppia Luce di Laszlo Barbo, regista già autore del film Quel che resta (2012) sul terremoto che nel 1908 colpì drammaticamente le città di Reggio Calabria e di Messina, con protagonisti Franco Nero e Giancarlo Giannini.

Niente cronaca sociale, questa volta, nonché nomi di cartello, ma un vero e proprio dark mistery per un progetto tutto indipendente. Al centro della trama le indagini di una singolare e giovane investigatrice, Francesca Swart, la quale possiede il dono di carpire i segreti di chi le sta intorno, attraverso lampi (la doppia luce del titolo) ed immagini rivelatorie, al semplice tocco della persona prescelta. Utile per il suo lavoro, nel quale adotta una particolare selezione verso casi che coinvolgono bambini scomparsi o innocenti da soccorrere, il “dono” non può che causarle numerose difficoltà nella sua vita di tutti i giorni.

Scritto e diretto da Laszlo Barbo, il corto che dà il via al progetto è prodotto dalla Lumen Production. Il ruolo della detective, dal look punk/gothic che ricorda la Lisbeth di Uomini che odiano le donne, è interpretato dall’attrice padovana Angie Alexander, la quale ha ricevuto per la sua prova il premio di Miglior Attrice ai Top Shorts Online Film Festival. Ad affiancarla i colleghi Camilla Filippi, Giuseppe Zeno, Anna Ferzetti, insieme al noto doppiatore Luca Ward.

Come si può intuire dal soggetto, e ancor di più dal trailer, il riferimento alle atmosfere già viste in prodotti come il Costantine di Keanu Reeves (quindi più quello cinematografico, che quello cartaceo), specialmente per la compresenza di elementi soprannaturali e bliblici, sembrano essere più che una semplice ispirazione, quanto una chiara scelta stilistica e narrativa. Girandolo a Roma, grazie alla quale si  possono vantare location sempre suggestive (tra cui il Ponte Sant’Angelo tanto caro ai nostri realizzatori indie, vedere il fenomeno web Vittima degli eventi), le vie e gli sfondi offerti dalla capitale possiedono il merito di portare Doppia Luce in una dimensione però più familiare e “nazionale”, soprattutto all’occhio delle spettatore più esperto. A finire il lavoro di “personalizzazione” ci pensa poi l’ottimo apparato tecnico, tra cui spiccano una fotografia e una colonna sonora che aiutano a rendere la messa in scena tenebrosa ed inquietante, quanto basta per esserne catturati.

Vincitore ai già citati Top Shorts Online Film Festival, Doppia Luce ha guadagnato consensi un po’ ovunque, dal Cortinametraggio al Los Angeles Indipendent Film Festival, tutti nell’anno corrente. Il corto, inoltre, non è altro che un “pilota” per un progetto più grande, ovvero quello di realizzare una serie con il personaggio dell’investigatrice Francesca Swart, insieme alle sue indagini “uniche”, come protagonista.

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