Carol: recensione film

UNA CORAGGIOSA STORIA D’AMORE CHE EMOZIONA E SFIDA LE CONVENZIONI SOCIALI

carol posterGENERE: drammatico

DURATA: 118 minuti

USCITA IN SALA: 5 gennaio 2016

VOTO: 4 s u 5

Nella New York degli anni ’50, Therese (Rooney Mara), è una giovane impiegata in un grande magazzino di Manhattan, impegnata in una relazione con un uomo che vorrebbe sposarla ma di cui lei non è a pieno innamorata. Un giorno, al lavoro, Therese conosce Carol (Cate Blanchett), una donna elegante, distinta, seducente, madre di una bambina, ma intrappolata in un matrimonio infelice con Harge Aird (Kyle Chandler). Un trenino elettrico, uno sguardo, un paio di guanti lasciati ad arte sul bancone del reparto giocattoli ed ecco che la scintilla tra le due si trasforma in un incendio. Un viaggio alla ricerca di un luogo comune dove nascondersi e amarsi in un’America che considera l’omosessualità una imbarazzante malattia da curare sarà l’inizio di una nuova vita, coraggiosa e consapevole.

Basato sull’omonimo romanzo di Patricia Highsmith, Carol colpisce lo spettatore fin da subito grazie alle note delicate e poetiche della musica di Carter Burwell. Cate Blanchett è magnifica nei panni di una donna sicura di sé, quasi ‘predatrice’, che ama la sua famiglia, ama Therese, e lotta contro se stessa e le convenzioni sociali per dimostrare di non essere impazzita se ama un’altra donna. Al contrario, la giovane Therese è inesperta, non ha mai conosciuto l’amore, neanche quello di un uomo, e improvvisamente, quando incontra Carol, si sente avvolta da un tumulto di emozioni che non riesce a comprendere. L’amore tra le due protagoniste è passionale, fatto dapprima di (molti) sguardi (e in questo la Blanchett è una maestra), contatti, e infine l’esplosione della passione lontana da quella società che vuole essere perfetta, nascondendosi sotto abiti perbene, ma che in realtà non lo è: sotto il suo strato patinato si nascondono bigotti che considerano l’essere omosessuali una malattia da curare al fine di riportare la persona sulla retta via.

Il regista Todd Haynes lascia ampio spazio alle protagoniste Blanchett e Mara, completamente a loro agio sulla scena, inquadrando particolari del viso, di un braccio, soffermandosi sui sentimenti sussurrati e quasi mai dichiarati apertamente, rendendole partecipi di una crescente attrazione che trova la consumazione nel letto di un hotel. Il problema di quegli anni cinquanta in cui l’America usciva dalla guerra non è innamorarsi e tradire il proprio partner, quanto piuttosto essere attratti da una persona dello stesso sesso. Carol è un intenso dramma sull’amore, in tutte le sue sfaccettature, e sugli ostacoli imposti dalla società del tempo.

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Linguista, aspirante giornalista, amante del cinema, malata di serie tv, in particolare dei crime polizieschi.