Hotel Transylvania 2: recensione film

E SE IL NIPOTE DEL CONTE DRACULA FOSSE UN UMANO?

hotel-transylvania-2-locandina-ufficiale-e-nuova-data-di-uscita-italiana-2GENERE: animazione

DURATA: 89 minuti

USCITA IN SALA: 8 ottobre 2015

VOTO: 2 su 5

Son passati tre anni dall’uscita di Hotel Transylvania (di Tartakovskij), il cartone animato dove i mostri temevano gli umani e quindi passavano le loro vacanze nell’hotel gestito da Conte Dracula, impossibile da trovare. Abbiamo lasciato la combriccola a festeggiare il 118esimo compleanno di Mavis che aveva fatto Zing per Johhny, il primo umano a raggiungere l’hotel ed entrare in contatto con i mostri dopo tanto tempo.

Beh, le cose sono cambiate radicalmente. In Hotel Transylvania 2, infatti, l’hotel del Conte Dracula è aperto anche agli umani, la tecnologia è arrivata fino a lì e Mavis e Johnny sono genitori di un piccolo frugoletto dal nasino a patata e dai capelli ribelli color carota.

Drac, oramai in pace con gli umani, si ritrova però a sperare che il bambino sia un vampiro, per continuare la lunga dinastia dei Dracula. Il tempo passa e il piccolo Dennis, Denisovic per il nonno, non sembra dar cenno di nessun lato vampiresco, di notte dorme e le uniche cose che riconosce come mostri sono i personaggi di un cartone animato educativo. E il suo eroe che porta il mantello e sa volare risponde al nome di Batman.

Mavis, da madre iperprotettiva cerca di far crescere Dennis in un ambiente più umano possibile, finendo così per litigare con il padre. Fino ad arrivare alla decisione drastica, decidendo che per il piccolo sarebbe meglio crescere lontano dall’hotel, e quindi dai mostri.

Drac, con l’aiuto di Johnny – che non vuole lasciare l’hotel – escogita così un piano per rimanere da solo con il piccolo, mentre Mavis esplorerà il mondo umano con Johnny per vedere se effettivamente è la decisione migliore. Drac in questo lasso di tempo tenterà il tutto per tutto per far scattare il lato vampiresco di Dennis.

Se il primo capitolo era una ventata fresca nel genere “mostri” nei cartoni animati, il secondo atto non raggiunge il suo predecessore. Poche le gag divertenti, scaturite per lo più grazie agli amici di Drac. Ritroviamo infatti Frankestein, Wayne, il lupo mannaro distrutto dalla paternità, Murray la mummia – con problemi di colpi della strega – e Griffin, l’uomo invisibile. Tutti si sono abituati così tanto al mondo umano da essere vittime della selfiemania e da essersi dimenticati come ci si comporta da mostri.

Ciò per cui Hotel Transylvania 2 si differenza di più, però, dal primo film è l’introduzione del padre di Dracula, Vlad (doppiato da Paolo Villaggio), e la sua schiera di feroci pipistrelli. Autoesiliatosi in una caverna, il nonno di Mavis considera gli umani ancora cibo e prede a cui succhiare l’anima per impadronirsene. L’arrivo dell’antico vampiro e dei suoi aiutanti, riporta la dimensione della paura nel cartone, elemento che manca quasi totalmente nei film animati più recenti.

Abituati oramai a storie dove l’antagonista non è un vero e proprio cattivo e la sua presenza o le sue azioni non fanno coprire gli occhi con le mani, o nascondere la testa sotto le coperte, la ferocia del pipistrello-capo disorienta un po’. Ma è solo questione di un attimo, per dare il colpo di coda al cartone e terminare con un happy ending che forse si discosta un po’ troppo dal tema principale della saga, ovvero “va bene mostro, umano o unicorno”. Per questo Hotel Transylvania 2, come la torre di lancio nel campeggio per vampiri, traballa un po’.

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