Single ma non troppo: recensione film

ESSERE SINGLE A NEW YORK, TRA PARTY E SITI D’INCONTRO

locandinaGENERE: commedia
DURATA: 110 minuti
USCITA: 11 febbraio 2016
VOTO: 3,5 su 5

Se gli sceneggiatori Abby Cohn & Marc Silverstein hanno nel loro curriculum La verità è che non gli piaci abbastanza, se il film è basato sul libro di Liz Tucillo, autrice di Sex and the city, e il regista Christian Ditter ha portato sul grande schermo il romanzo di Cecelia Ahern Scrivimi ancora, che cosa ci si può aspettare da Single ma non troppo?

Alice (Dakota Johnson) e George (Jason Mantzoukas) stanno insieme dal primo anno di college, e ora, che la vita adulta si fa sempre più vicina, Alice decide che è ora di prendersi una pausa, vivere da sola e capire cosa vuole e chi vuole essere nella vita.
Si trasferisce così dalla sorella Meg (Leslie Mann), un’ostetrica che si è concentrata sulla carriera trascurando la sua vita sentimentale, a Manhattan dove conosce la sua collega di lavoro, nonché partygirl e single recidiva, Robin (Rebel Wilson).
Nello stesso tempo Lucy (Alison Brie) combatte contro una pessima connessione wi-fi che non le permette di accedere ai siti d’incontri, nei quali, è sicura, è iscritto il suo principe azzurro. Se vuole trovare marito, quindi, è costretta passare molto tempo nel bar sotto casa sua, dove lavora Tom (Anders Holm).
Con l’evolversi della storia nella vita di Alice si affaccerà David (Damon Wayans J.R.), mentre sarà Ken (Jake Lacy) che porterà una ventata di freschezza e spensieratezza nella vita di Meg.

Anche se il trailer può fuorviare e la dicotomia Johnson – Wilson potrebbe far storcere il naso, il film è un equilibrio perfetto tra comicità e sentimentalismo.
johnson - wilsonÈ la commedia romantica del secolo? Sicuramente no, ma se le varie storie corali delle svariate commedie romantiche sul mercato fino ad oggi finiscono sempre con il trionfo dell’amore, in Single ma non troppo è il rapporto con se stessi ad avere la meglio. Infatti, come spiega l’incipit, il film non parla di storie d’amore, ma del periodo di passaggio tra una e l’altra, un periodo in cui riflettere e concentrarsi su se stessi, capire cosa si vuole, per poi poter star meglio accanto ad un’altra persona.

In una New York, non più ricca di inaugurazioni di bar e ristoranti come ai tempi di Samantha, Carrie, Miranda e Charlotte, ma ancora attiva tra feste nel proprio bar di fiducia, sui tetti di palazzi e il classico albero di Natale al Rockfeller Center, i nostri otto personaggi compiono un viaggio verso destinazioni diversi: matrimonio, una vita che non si sarebbe mai immaginati, e perché no, un’alba in cima a un canyon.

Con la presenza scoppiettante della Wilson tenuta ai margini, regalando così perle di comicità, ma senza mai strafare, il film si concentra su un’innocente Dakota Johnson che tra una notte folle, un amico di letto e il fidanzato storico cerca di capire chi è e che cosa vuole. Un’interpretazione pulita che lascia la possibilità a una larga fetta del pubblico ad immedesimarsi, o a rivedere un po’ se stessi in un determinato periodo della propria vita. E tra una festa e una battuta, i creatori sono riusciti ad inserire anche scene che sciolgono un po’ il cuore.

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