Gli amici di Eddie Coyle, 1973

CINEMA DI IERI PRESENTA “GLI AMICI DI EDDIE COYLE” DI PETER YATES

00068503Un trafficante d’armi, un barista, dei rapinatori di banca, un killer professionista, uno sbirro ed uno spione, questi sono gli “amici” di Eddie Coyle. Si tratta di un gruppo di criminali di poca importanza. Si scambiano informazioni, armi, denaro, favori ma l’amicizia, la confidenza, il rispetto e la cortesia sono solamente provvisori e tutti lo sanno. Su ogni loro incontro grava, in maniera opprimente, la loro spietata situazione.

Eddie Coyle è un criminale di vecchia data. Senza mai esser diventato uno che conta, ha comunque abbastanza esperienza da avere numerose conoscenze nel giro della malavita. Ed è pronto a fare qualsiasi cosa, dall’autista per il traffico clandestino di alcolici al trafficante di armi. E’ soprannominato Eddie “dita” perché, dopo uno scambio d’armi andato male, i criminali a cui aveva venduto le armi sono stati catturati e come lezione gli hanno fracassato le dita della mano sinistra. Ma lui ha capito. Non c’era niente da fare, era giusto: c’è bisogno di un codice nella loro linea di lavoro.

Ma adesso Eddie è di nuovo nei guai. Rischia di tornare in prigione, dopo esser stato arrestato dalla polizia per contrabbando di alcolici. Come dice lui stesso, però: “Sto diventando vecchio. Ho passato la maggior parte della mia vita in squallidi locali con un mucchio di teppisti, a bere birra e mangiare hot dog; a guardare gli altri scappare e rifugiarsi in Florida, mentre io mi ammazzavo per pagare l’idraulico. Sono stato in prigione e ho coperto i miei complici, ma non posso rischiare oltre. La prossima volta, sarò io ad andare in Florida.” Per evitare la prigione, decide di diventare un collaboratore della polizia. Finisce, così, nel bel mezzo di un pericoloso intreccio tra il suo fornitore d’armi, la mafia e la polizia.

Gli amici di Eddie Coyle, diretto da Peter Yates nel 1972, è tratto dall’omonimo romanzo di George Higgins. Come nel romanzo, la storia è formata da vari episodi in cui i dialoghi svolgono un ruolo di primaria importanza. Nel romanzo la presenza dello scrittore non si avverte e la parola viene prima delle immagini. E’ tramite il dialogo che la storia prosegue e si delineano i caratteri dei personaggi. Higgins scrive con estremo distacco ed in maniera realistica. Lo stesso vale per il film. Yates ricrea la storia cosi com’è, senza aggiungere abbellimenti o sparatorie, e lascia agli stessi personaggi di svelare la trama.

Gli amici di Eddie Coyle è un film d’azione atipico in cui non c’è posto per sparatorie sanguinolente o frenetici ed entusiasmanti inseguimenti automobilistici. L’emozione principale del film proviene principalmente dai dialoghi, dallo scambio di battute, dai ritmi verbali e gestuali. Il regista, così come lo scrittore per il romanzo, si fa da parte. L’occhio cinematografico di Yates si fa attento ed impersonale, l’elaborazione minima ed essenziale. La camera riprende le varie scene da un punto di vista distaccato, quasi empatico, senza immischiarsi nelle varie vicende dei personaggi.

Ad interpretare Eddie Coyle, vi è il leggendario attore statunitense Robert Mitchum (molti lo ricorderanno principalmente per la sua interpretazione del violento fanatico religioso con le scritte “LOVE” e “HATE” tatuate, rispettivamente, sulle nocche della mano destra e sinistra, nel film La morte corre sul fiume). Mitchum trova l’esatto ritmo frenetico, il giusto livello di stanchezza mentale e fisica, la giusta quantità di determinazione e occultata ostilità, per interpretare nel migliore dei modi l’ormai vecchio e affaticato criminale, un uomo sfinito, sconfitto e sacrificabile.

Quando uscì al cinema, Gli amici di Eddie Coyle non ebbe molto successo. Innanzitutto vi fu un leggero disappunto, come spesso accade per pellicole tratti da celebri ed acclamati romanzi. Non era considerato un buon adattamento del libro. Inoltre, la trama era troppo piatta, monotona. In confronto ad altri film dello stesso genere dell’epoca (come Ispettore Callaghan o Il braccio violento della legge) non vi era confronto. Ma quelle caratteristiche della pellicola che all’epoca potevano essere considerate difetti, adesso possono essere riconosciute come virtù.

In effetti, si tratta di un film poliziesco con poca violenza e poche scene d’azione, ma con un ritmo proprio e particolare, in cui i personaggi, spaventosamente reali, sono in ogni momento prossimi al bordo della disperazione. Un dramma poliziesco pieno di suspense ed un gioiello del cinema degli anni settanta.

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