Gioventù, amore e rabbia, 1962

CINEMA DI IERI PRESENTA “GIOVENTÙ, AMORE E RABBIA” DI TONY RICHARDSON 

giovent_amore_e_rabbiaCorrere ha sempre avuto grande importanza nella nostra famiglia, specialmente correre dalla polizia. E’ difficile da capire. Tutto quello che so è che bisogna correre, correre senza sapere il perché, attraverso campi e boschi. E il traguardo non è la fine, anche se la folla potrebbe tifare fino a diventare sorda. Questa è la solitudine che prova un corridore di lunga distanza.

Con queste parole ha inizio Gioventù, amore e rabbia (The Loneliness of the Long Distance Runner), un film del 1962 diretto da Tony Richardson. Richardson aveva già realizzato Giovani arrabbiati ed era in testa alla nuova ondata di registi che prendeva piede nel Regno Unito tra gli anni cinquanta e sessanta.

Il protagonista del film, Colin Smith, è un giovane ragazzo che viene condannato al riformatorio a seguito della rapina di un panificio commessa da lui ed un suo amico. Grazie alle sua abilità atletiche, in particolare alle sue capacità di resistenza nella corsa, riesce a scalare i ranghi dell’istituzione, fino a diventare il beniamino del direttore. Durante il suo allenamento, che consiste in lunghe corse solitarie intorno al riformatorio, Colin si trova a fantasticare sulla sua vita prima dell’incarcerazione e a rivalutare la sua posizione privilegiata all’interno del riformatorio.

E’ facile rivelare nella storia del film un accenno di quel sentimento di ribellione giovanile che avrebbe dominato gli anni ’60. In particolare, era l’ostilità senza compromessi del protagonista nei confronti delle autorità che preoccupava i censori che reagirono con disappunto e malcontento all’uscita del film.

Quando messo a confronto con la propria situazione di sottomissione nel riformatorio, da un altro ragazzo che gli dice: “Sono loro quelli con la frusta in mano”, riferendosi alle autorità. Smith allora risponde senza battere ciglio: “Sai cosa farei se avessi io in mano la frusta? Prenderei tutti i poliziotti, i governatori, le puttane d’alta classe, gli ufficiali dell’esercito e i membri del parlamento, gli appiccicherei al muro e gliela farei sentire, perché questo è quello che vorrebbero fare loro a tizi come noi.”

E’ comprensibile che questo atteggiamento preoccupasse i censori. Che fosse un ladro a vestire i panni dell’eroe, poi, era inaccettabile. Senza parlare di quella che fu identificata come “palese e snervante propaganda comunista”.

Colin Smith è interpretato da Tom Courtenay, nella sua prima apparizione sul grande schermo (anche se si era già fatto conoscere a teatro). La sua fusione con il personaggio del giovane ribelle fu perfetta. Anche le peggiori recensioni del film non evitarono di lodare l’interpretazione del giovane attore. Courtenay rese credibile il personaggio, mostrandone il carattere irrequieto ed anarchico e la sua agognata ricerca di libertà, ma allo stesso tempo, il suo contrastante desiderio di normalità e di tranquillità.

In Gioventù, amore e rabbia, l’attenzione ai dettagli e la rappresentazione della misera vita del giovane ragazzo, danno un’immagine vivida ed un’aria convincente di realtà alla storia. Ci troviamo di fronte ad uno pseudo-documentario che ha però la capacità di mantenere un certo flusso cinematografico ed un emozionante carattere poetico. Tra i tanti film che pretendono di rappresentare la rabbia e le frustrazioni giovanili, questa pellicola di Richardson occupa sicuramente un posto di rilievo.

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