La La Land: recensione

IL FESTIVAL DI VENEZIA APRE LE DANZE CON LA LA LAND, MUSICAL DELIZIOSO SULLA VITA E SUI SOGNI DI DUE GIOVANI A LOS ANGELES

la_la_landGENERE: musicale, commedia, romantico

DURATA: 126 MINUTI

USCITA IN SALA: gennaio 2017

VOTO: 4,5 su 5

Nel cuore dell’assolata Los Angeles, i destini di Mia Dolan (Emma Stone), giovane attrice in erba, e Sebastian (Ryan Gosling), aspirante jazzista, s’incrociano più volte. Prima non si sopportano, poi conoscono l’uno le passioni dell’altra e si amano. I due si innamorano a passo di danza e di musica, ma dopo una serie di eventi, i sogni che entrambi vogliono realizzare metteranno a dura prova la loro relazione e li porteranno a chiedersi: cosa si è disposti a fare pur di raggiungere i propri desideri?

Il regista Damien Chazelle torna dietro la macchina da presa con La La Land, dopo il grandissimo successo di Whiplash, uscito due anni fa, vera rivelazione degli Oscar 2014. Il cineasta poco più che trentenne mette di nuovo al centro della sua storia la musica e l’importanza che essa dà alla nostra vita, realizzando una pellicola che mescola più generi, dalla commedia al dramma, fino al musical, arricchendolo con citazioni e riferimenti cinematografici degni di nota. Emma Stone, bella e brava, a suo agio con il canto e il ballo, torna a lavorare insieme a Ryan Gosling, qui nelle vesti inedite di un giovane con la passione per il jazz. I due attori hanno subito sintonia in ogni sequenza, danzano al chiaro di luna come dei moderni Fred Astaire e Ginger Rogers, e Chazelle non poteva scegliere coppia migliore per far funzionare il suo film. Da Whiplash, Chazelle porta J.K. Simmons, qui nel piccolo ruolo (ma non meno importante) del proprietario di un ristorante dove lavora Sebastian.

La La Land si apre con una scena uscita da un musical già da sé, per poi dividersi in 4 atti (dove vengono analizzate le fasi della vita e del rapporto tra Mia e Sebastian), fino all’epilogo. La pellicola di Chazelle è perfetta sotto ogni punto di vista: i frequenti piano sequenza, la fotografia, una sceneggiatura su misura che non stanca, canzoni che non annoiano. I riferimenti al cinema passato e a quella Hollywood dell’età d’oro sono ovunque (Gioventù Bruciata, My Fair Lady, Casablanca). Mia sogna di diventare attrice perché sua zia lo era, perciò si avvicina a quel mondo patinato lavorando come umile barista all’interno degli studio della Warner Bros., senza mai perdere d’occhio ciò che vuole fare; Sebastian è come un James Dean di Gioventù Bruciata, lotta per far conoscere il jazz ai giovani, ma arriva a un punto in cui si chiede quanto valga la pena trasmettere una passione che è apparentemente ‘morta’.

La La Land mostra un mondo apparentemente inarrivabile, quello della “Città delle stelle”, nato sotto i riflettori della Hollywood che conta, dove per essere qualcuno devi farti notare ed essere notato. Nella terra dei sogni, Mia e Sebastian incarnano le caratteristiche di ogni giovane di oggi, nato in un mondo pieno di aspettative, dove il più delle volte si perdono le speranze a causa dei fallimenti per sfondare nel mondo del lavoro. Più che un musical, il film diverte, fa piangere, fa ballare e fa riflettere. La La Land è un insegnamento di vita e un invito a seguire i propri sogni, senza arrendersi e combattendo per essi.

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Linguista, aspirante giornalista, amante del cinema, malata di serie tv, in particolare dei crime polizieschi.