The Bleeder: recensione

COINVOLGENTE BIOPIC SUL PUGILE CHUCK WEPNER, DETTO THE BLEEDER, CON UN CONVINGENTE LIEV SCHREIBER

The-BleederGENERE: biografico, drama, sportivo

DURATA: 116 minuti

USCITA IN SALA: N.D.

VOTO: 3,5 su 5

 

Nel 1975, il peso massimo Chuck Wepner (Liev Schreiber), chiamato dai suoi fan “The bleeder” (“Il sanguinolento” per via della facilità con cui sanguinava durante gli incontri), sfida l’attuale campione in carica nella categoria Muhammad Ali (Pooch Hall) per il titolo di campione mondiale dei pesi massimi. A sostenere Chuck c’è la moglie Phyllis (Elizabeth Moss) e sua figlia Kimberly.

Nel lontano 24 marzo 1975, nessuno puntò su Chuck Wepner quando il grande manager Don King organizzò un incontro tra questo pugile semisconosciuto e l’attuale campione del mondo in carica Muhammad Alì. Invece, “il sanguinolento del Boyanne” dimostrò tenacia e coraggio nell’arrivare fino in fondo, resistendo ben 15 round (e facendo cadere il campione al nono) di fronte ad Alì “il più grande”. Chuck “Champ” perse l’incontro, ma il suo carattere forte e inarrestabile attirò l’attenzione pubblica e quella di Hollywood: Sylvester Stallone si ispirò a questo evento per scrivere il suo Rocky, in particolare per la scena del match decisivo tra Balboa e Apollo Creed. Tutto il resto è storia.

È qui che parte la narrazione di The Bleeder, ottavo film del regista canadese Philippe Falardeau. Liev Schreiber è convincente nei panni del pugile Wepner, a cui presta corpo e anima al tormentato protagonista. La pellicola è un biopic abbastanza fedele alla vera storia di Chuck Wepner, che ne ripercorre la vita e l’ambiziosa carriera, focalizzandosi su entrambi gli aspetti. Nel cast, Elizabeth Moss nei panni di Phyllis, seconda moglie di Wepner. Apprensiva, non troppo contenta del lavoro e dell’attitudine da donnaiolo del marito, l’attrice della serie Mad Men non sembra dare il meglio di sé in un ruolo che non le appartiene. Sensuale e disinvolta invece Naomi Watts, che nella vita è sposata con Schreiber, nella parte di Linda, barista e terza moglie di Wepner.

La vera forza di The Bleeder sta nella difficoltà del protagonista di distinguere la realtà dalla finzione: quando realizza di esser stato definito “il vero Rocky Balboa”, Chuck perde la testa; desidera le attenzioni dell’opinione pubblica, si sente un dio, esulta durante la notte degli Oscar del 1977, come se avesse vinto lui al posto di Sly. Tutto ovviamente finisce per far crollare la sua vita personale: sua moglie lo lascia e gli impedisce di vedere la figlia. The Bleeder è un film spassoso, scorrevole, senza essere troppo impegnativo. Il ritmo coinvolgente, le musiche attinenti al periodo storico, l’aiuto dei veri filmati dell’epoca tra Wepner e Ali, e l’ambizioso provino che Chuck tentò (senza successo) per Rocky 2 di fronte al sosia giovanile di Stallone sono le ciliegine sulla torta che rendono The Bleeder un film godibile per gli appassionati di pugilato e non solo.

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Linguista, aspirante giornalista, amante del cinema, malata di serie tv, in particolare dei crime polizieschi.