CAPTAIN FANTASTIC PREMIO DEL PUBBLICO ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA, VIGGO MORTENSEN, TOM HANKS E MERYL STREEP LE STAR ACCLAMATE
La Festa del Cinema di Roma è finita. Undici giorni di corse tra una sala e l’altra, file per entrare, file per uscire, file ai bagni, file per un pc libero in sala stampa. Ma questi sono i festival, baby, mica tutto lustrini e tappeti rossi. Cinema, tanto, interessante. 72 film da 26 paesi, 6 sale in Auditorium e 10 in città (finalmente!), 313 proiezioni, aumentati del 6% gli accreditati, del 13% i biglietti venduti, del 18% il pubblico totale.
Questi sono numeri, e ci raccontano di una festa riuscita piuttosto bene. Personalmente credo che il secondo anno diretto da Antonio Monda sia andato nettamente meglio del primo, come normale che sia. Monda era arrivato trovando un “festival” senza identità, che era passato da festa a festival in seguito all’avvicendarsi politico capitolino, rendendo una manifestazione già di per sé non facile da gestire (essendo anche nel mezzo dei Festival di Venezia e Torino), ancora piu’ “confusa” . Pur mantenendo l’impianto di varie sezioni e incontri con il pubblico, Monda è riuscito a proporre una Festa del Cinema molto variegata e che, stando alle cifre, ha attratto un pubblico altrettanto vario.
Le star ci sono state, buoni film anche, la città è stata coinvolta maggiormente con varie sale (speriamo cresca ancora il numero), Alice nella Città ( XIV edizione, sezione autonoma e parallela diretta da Gianluca Giannelli e Fabia Bettini) si conferma “vicina di casa” di ottimo livello, andando ad impreziosire un’offerta che così copre un pubblico, potremmo dire, 0-90 anni. Vedere infatti l’Auditorium pieno di ragazzini la mattina, assistere con loro a qualche proiezione, dà proprio la sensazione di quello che i festival dovrebbero essere, non solo ritrovi tra addetti ai lavori e cinefili, ma un momento aperto alla cittadinanza, alla società nel suo insieme, alle giovani generazioni, perché possano crescere con il piacere della condivisione della settima arte e non diventare consumatori solitario davanti ad un pc.
Non a caso Captain Fantastic, film portato alla Festa da entrambe (Festa e Alice) si è aggiudicato il premio del pubblico. Altra ottima scelta quella di mantenere un premio votato dal pubblico.
Il fiore all’occhiello di questa edizione, senza dimenticare la sezione “American politics” e le altre retrospettive (Tom Hanks, Zurlini, I film della nostra vita e gli omaggi), sono stati senza dubbio gli INCONTRI RAVVICINATI. Tanti, ben condotti, per tutti i gusti. Iniziati con Tom Hanks sfavillante, proseguiti con Oliver Stone che ne ha fatto anche una lezione di storia e di vita, passando da Bernardo Bertolucci, Maestro capace di trasmettere un amore sconfinato per il mestiere, a Viggo Mortensen, che arriva casual con la borsa da accreditato, fotografa il pubblico e alla fine firma centinaia di autografi senza batter ciglio.
Poi David Mamet, drammaturgo, sceneggiatore e regista, che ha tenuto una lezione di scrittura e cinema, Maryl Streep, regina incontrastata, brillante, umile, speciale. Poi gli artisti Gilbert&George che hanno presentato il loro documentario del 1981 restaurato dalla Cineteca Nazionale, e Daniel Libeskind, architetto decostruttivista appassionato di cinema. Ma il direttore Monda ha pensato anche al grande pubblico, mettendo in cartellone Lorenzo Cherubini Jovanotti, amato da un pubblico trasversale, e Paolo Conte, gran signore della musica, fino a Renzo Arbore, personaggio eclettico che passeggia tra cinema musica e tv. E ancora Don De Lillo, figura di spicco della narrativa, che ha illustrato la sua eterna passione per Michelangelo Antonioni. Gli Incontri Ravvicinati sono stati condotti da Antonio Monda con grande abilità, riuscendo a far esprimere gli ospiti su piu’ livelli, e dando la possibilità al pubblico, sia di fan che di studenti di cinema, stampa e appassionati, di cogliere dei lati sconosciuti e inaspettati delle varie personalità.
Si sono chiusi con Roberto Benigni, artista a tutto tondo, che seppur criticato spesso da piu’ parti per le sue esternazioni politiche o, in maniera del tutto banale, per la sua presenza alla cena dal Presidente Obama, è stato accolto come nessun altro nella sala Sinopoli stracolma, ed ha intrattenuto il suo pubblico essendo giullare, letterato, uomo di cinema, marito devoto, maestro e allo stesso tempo allievo, sempre pronto a stupire: “voglio fare un film di un’allegria sfrenata, con Tom Hanks”, “Forse farò il diavolo in un film su San Pietro di Terence Malick” e “Vorrei abbracciare Papa Francesco per la sua dolcezza”, ha detto l’uomo che “crede in dio ma non sa se esiste”.
La Festa di Roma, al di là di alcune pecche organizzative facilmente risolvibili, inizia finalmente ad avere un’identità, quella della città eterna, che con le sue contraddizioni e bellezze, si conferma essere ancora la città in cui si cammina e si incrocia un set, come per magia.