Paterson: recensione

PATERSON DI JIM JARMUSCH RACCONTA LA QUOTIDIANITÀ E I SOGNI DI UNA COPPIA CON UNA TRAMA LINEARE

PatersonGENERE: commedia

DURATA: 120 minuti

USCITA IN SALA: 22 dicembre 2016 a Roma, Milano e Torino. Il 29 nel resto d’Italia

VOTO: 4 su 5

Paterson (Adam Driver) vive con Laura (Golshifteh Farahani) e Marvin, il loro bulldog inglese, nella città di Paterson nel New Jersey. Lui autista di autobus con la passione per la poesia, lei dipinge di tutto, dalle tende di casa ai vestiti che indossa, cucina soprattutto cupcakes che vende nel weekend al mercato e un giorno si appassiona alla chitarra nutrendo la speranza di diventare una cantante country.

Paterson è un film ciclico diviso in 7 capitoli che raccontano dal lunedì alla domenica una settimana tipo del protagonista. Il film si apre con un’inquadratura che riprende dall’alto la coppia al momento del risveglio mattutino, solitamente tra le 6:12 e le 6:30, l’ora in cui Paterson si sveglia e guarda il suo orologio “silenzioso” prima di alzarsi, fare colazione e prepararsi per andare a lavoro. Questa scena si ripeterà per altre sei volte nel corso del film, ogni volta con la medesima inquadratura, ed aprirà ogni giorno/capitolo della coppia che verrà poi chiuso a fine giornata con una dissolvenza su nero per poi ricominciare con un nuovo giorno.

Riflessivo e di poche parole, Paterson ha un suo taccuino segreto in cui appunta tutti i suoi pensieri e le sue poesie. Laura lo appoggia nella sua arte e lo esorta e incoraggia a credere in se stesso e allo stesso modo fa Paterson sostenendo le ambizioni di Laura.

Ecco che alla ciclicità e alla routine si aggiungono sempre nuove speranze, ambizioni e progetti per il futuro. Gli orari e il lavoro di Paterson, ma anche il fatto di frequentare sempre lo stesso bar quando la sera esce per portare a spasso il cane, lo rendono un personaggio abitudinario perfettamente in linea con la ciclicità e il ritmo del film. Ma il film non è solo questo. Laura infatti è molto diversa da Paterson, meno con i piedi per terra, entusiasta per qualsiasi cosa, un po’ ingenua, un po’ sognatrice. Ed è questo infatti l’altro importante aspetto del film, il sogno oltre alla realtà. Paterson e Laura sono diversi ma in ognuno di loro c’è un po’ dell’altro. “Una commedia antimodernista e caustica, alla perenne ricerca del punto di contatto tra realtà e sogno” è infatti ciò che afferma il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici ItalianiSNCCI che ha designato Paterson Film della Critica.

Tra quotidianità, uno humor a tratti surreale, speranze, passioni e qualche imprevisto “Paterson vuole rendere omaggio a ciò che di poetico esiste nei piccoli dettagli” dichiara Jim Jarmusch, come la bellezza di una cascata o della pioggia descritta nella poesia di una bambina di 10 anni. Così il simbolico epilogo in cui avviene un incontro casuale tra Paterson e uno sconosciuto, che gli fa un dono semplice ma prezioso, è un modo per dire che non bisogna smettere di sognare, di creare e di seguire le proprie passioni, non per raggiungere il successo ma per allietare l’esistenza con la poesia delle piccole cose.