Loving: recensione

LOVING: AL CINEMA LA STORIA DEI CONIUGI CHE SI SONO BATTUTI PER ESSERE LIBERI DI AMARSI

loving posterGENERE: drammatico

DURATA: 123 minuti

USCITA IN SALA: 16 marzo 2017

VOTO: 3 su 5

1959. Richard  e Mildred vivono a Central Point, Virginia. Figlio della levatrice di zona, Richard fa il muratore e ha come passatempo quello di sistemare i motori di automobili destinate a gareggiare su strada. I due si amano profondamente e decidono di sposarsi, a Washington. Ma la loro storia d’amore è destinata ad essere osteggiata a causa della legge della Virginia, che punisce con il carcere le unioni miste. I due, per non rimanere in cella, sono costretti a dichiararsi colpevoli e lasciare la loro casa e le loro famiglie per un esilio di ben 25 anni, o almeno finché la legge non cambierà: il loro caso arriva alla corte Suprema.

Che Dio avesse messo persone di razze diverse in continenti diversi affinché non si “mischiassero” fra di loro, era un credo diffuso negli anni della battaglia dei coniugi Loving, passati alla storia per una delle più decisive per i diritti civili volta alla conquista di un basilare diritto: la libertà d’amore.

In Loving, scritto e diretto da Jeff Nichols, sono Joel Edgerton e Ruth Negga a dare corpo all’uomo bianco, chiuso e quasi burbero con tutti tranne che con l’amata, e alla donna nera, dolce e decisa, osteggiati nel loro rapporto fino all’incarcerazione, ma mai arresisi di fronte a questa ingiustizia. A fronte di un fin credibilissimo Edgerton in tutta la sua ermeticità, la Nugga ha con questa interpretazione, calda e tenera, più che meritato la nomination gli ultimi Oscar. Un raggio di sole poi l’arrivo in scena di Michael Shannon nella breve apparizione nei panni del fotografo di Life Grey Villet, inviato a immortalare la coppia.

Amor vincit omnia: un amore che lo spettatore coglie e di cui si commuove anche solo attraverso i gesti, i pensieri, i silenzi dei protagonisti. Il messaggio del film, che vuole riproporre dopo 50 anni una storia fondamentale, è universale, ma le decisioni di Nichols per portarlo sul grande schermo non convincono fino in fondo. Se da una parte sono molti i pregi stilistici, dall’altra non basta saltare dalla loro quotidiana alla battaglia legale, mostrando al contempo la loro normalità di coppia innamorata e l’anormalità del non poter vivere tranquillamente il loro legame. Troppo spesso il regista ci catapulta in momenti di tensione non necessari che sbilanciano la pellicola, dando l’impressione di volerne farcire un’opera che è soprattutto biopic e dramma romantico, senza dimenticare la fondamentale anima “legale” che non riesce bene ad emergere. Insomma, una miscellanea di generi non molto chiara nelle intenzioni.

Ed è un peccato, perché Loving non è solo una storia d’amore, ma una di quelle rese straordinarie per ciò che hanno rappresentato per gli altri a venire, e che per questo non bisognerebbe mai stancarsi di raccontare in ogni suo risvolto.

 

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