Nicole Kidman come una Barbie nel film La donna perfetta

La donna perfetta

ESSERE UNA BARBIE, OVVERO ESSERE PERFETTE SECONDO CRITERI DI TERZI, COME NICOLE KIDMAN NE LA DONNA PERFETTA

Barbie 19599 marzo 1959, la Barbie veniva presentata alla Fiera Internazionale del Giocattolo di New York. Nessuno avrebbe mai immaginato che quella bambola slanciata dai capelli biondi avrebbe avuto un tale successo da diventare oggetto di polemiche e modello estetico a cui aspirare o mettere alla gogna.

Un giocattolo considerato un’icona della società in cui viviamo, talmente radicato nella nostra cultura che si guadagna spazi in musei e con il quale molti artisti creano delle opere contestatorie.

Con il passare degli anni la Barbie si è arricchita di compagni, amici, case, macchine e professioni. E nonostante gli ultimi spot mostrano come la bambola stimoli la creatività delle bambine, ponendole di fronte all’opportunità di scegliere chi voler essere, c’è chi la contesta. Accusata di proporzioni innaturali, diverse case di giocattoli propongono una bambola più vicina alla realtà e con difetti della pelle quali acne, cicatrici e smagliature.

Nonostante ci siano pareri contrari è impossibile negare che la figura della Barbie è associata a una donna perfetta, gentile, sempre sorridente e accondiscendente. Una donna trofeo, incapace di ragionare o prendere una decisione. Ed è questa caratteristica a cui si ispira Frank Oz nel mettere in scena la trasposizione cinematografica del romanzo La fabbrica delle mogli di Ira Levin.

Protagonista una Nicole Kidman ancora più magra del solito, se umanamente possibile, che da donna in carriera viene quasi trasformata dal proprio marito in una donna bambola.

La vicenda si svolge nella cittadina fittizia Stepford, nel Connecticut. Immersi in un’atmosfera da boom economico degli anni ’50, tutte le mogli degli abitanti appaiono sempre felici, belle, perfette e casalinghe ineccepibili. I mariti, invece fanno parte di un club privato con l’aspirazione del poter controllare le mogli e renderle delle bambole.

L’assomiglianza con il modello Barbie più recente è innegabile. Iconica la scena durante la quale, una Kidman trasformata passeggia al rallentatore nel supermercato. La pelle lucente, i capelli lunghi e perfettamente in ordine, le braccia in una posizione quasi plastica, mentre passeggia tra scaffali di prodotti dai colori pastelli, spingendo un carrello colmo.
E la cosa che più colpisce è il viso, impassibile, senza traccia di un’emozione. Una Monna Lisa d’acetato e con lo sguardo vacuo.

E come accaduto per la vera Barbie, consigliata al co-fondatore della Mattel dalla moglie, la mente dietro le trasformazioni delle donne è Claire, la moglie del fondatore del club dei mariti. Claire, interpretata da Glenn Close, infatti, ha creato Stepford per poter vivere una vita perfetta. Dove gli uomini potessero essere uomini e le donne essere buone e gentili. Tutto ciò è nato dopo aver ucciso il suo vero marito e la donna con cui la tradiva.

Forse, l’immaginario della Barbie come donna non emancipata cambierà dopo il live-action che vede come la comica e ben poco canonica Amy Schumer nei panni di una Barbie bandita dal mondo delle bambole. Di questa commedia per famiglie condita da una satira sociale che colpirà i canoni di bellezza e il femminismo  se ne parla da tre anni, ma pare che le riprese cominceranno quest’anno. Secondo l’Hollywood Reporter.

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