Justice League: recensione

LA DC SCHIERA I SUOI EROI MIGLIORI PER UN CINECOMIC DIVERTENTE, MA CON QUALCHE IMPERFEZIONE

justice league posterGENERE: fantasy

DURATA: 121′

USCITA IN SALA: 16 novembre

VOTO: 3 su 5

Dopo la morte di Superman (Henry Cavill), il vigilante Batman (Ben Affleck) rivaluta i suoi metodi estremi e decide di formare una squadra di metaumani per difendere la Terra da ogni minaccia. Assieme a Diana Prince (Gal Gadot), si mette alla ricerca del cibernetico Victor Stone (Ray Fisher), del velocista Barry Allen (Ezra Miller) e dell’atlantideo Arthur Curry (Jason Momoa): insieme creano la Justice League, la lega della giustizia, e dovranno affrontare la minaccia di Steppenwolf, Nuovo Dio giunto sulla Terra con un esercito di Parademoni ed incaricato da suo nipote Darkseid di trovare tre antichi artefatti nascosti sul pianeta.

Dopo l’incerto Batman V Superman, che aveva aperto i cancelli al crossover supereroistico formato DC, Zack Snyder confeziona Justice League, un maxi cinecomic scritto e supervisionato da Joss Whedon. La quinta pellicola del DC Extended Universe convince e mostra un ritmo serrato ed energico, tanto da ricordare The Avengers, ma è ancora a livelli lontani dalla storica rivale Marvel. Il passo in avanti era già stato fatto con Wonder Woman, e anche stavolta Gal Gadot si conferma regina della scena: la sua Wonder Woman è passionale, coraggiosa, leale e sopratutto umana; una personalità contrastante a quella di Bruce Wayne/Batman, che dovrebbe fungere da leader, invece, a causa dell’ancora rigidezza di Ben Affleck, passa in secondo piano. Jason Momoa fa leva sulla sua fisicità per introdurre un Aquaman bello e dannato, mentre Ray Fisher riesce a dar voce a un Cyborg metà androide e metà umano, che però non lascia il segno.

L’impronta di Whedon si sente fortemente nella sceneggiatura. Al velocista interpretato da Ezra Miller spetta il ruolo di spalla comica del gruppo della Justice League, ma spesso i suoi dialoghi, portati all’estremo, risultano la messa in scena di uno spettacolo di cabaret: reietto, ciarlone e immaturo, Barry è un ragazzo che non ha ancora preso coscienza dei suoi poteri e per questa sua smania di strafare, a volte infastidisce. Joss Whedon pone enfasi anche sulle donne di Superman: Lois Lane (Amy Adams) ammette le sue debolezze nel non riuscire a dimenticare Clark, Martha Kent (Diane Lane) è la suocera comprensiva che riesce a donarle forza. Henry Cavill può contare sul suo carisma e sulla sua presenza scenica: il ritorno di Clark Kent, elogiato e reclamato come una rockstar, è forse una delle scene con un maggior livello di emotività.

Le atmosfere dark dovrebbero aiutare a creare tensione emotiva, ma in alcune sequenze la CGI risulta eccessivamente poco sviluppata. A fronte di un villain troppo debole e di una trama molto ingarbugliata per chi non famigliarizza con i personaggi, Justice League pecca tuttavia nel non riuscire a empatizzare con i protagonisti. Fatta eccezione per Batman, Superman e Wonder Woman, i comprimari appaiono come figurine a cui manca la spinta giusta per emergere. Flash, Cyborg e Aquaman sono presentati con tanto di dettagli, molti da digerire in un solo film.

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Linguista, aspirante giornalista, amante del cinema, malata di serie tv, in particolare dei crime polizieschi.