Visioni Fuori Raccordo alla 10° edizione

visioni fuori raccordo

TORNA VISIONI FUORI RACCORDO RASSEGNA SUL DOCUMENTARIO CON LE SUE STORIE OLTRE I CONFINI DEL QUOTIDIANO

Torna a Roma dal 15 al 19 novembre  l’unico festival  romano dedicato al cinema documentario Visioni Fuori Raccordo – Rome Documentary Fest con film italiani e internazionali in anteprima a Roma ed eventi speciali.

visioni fuori raccordo

Sostenuto da Regione Lazio – Assessorato alla Cultura e da SIAE – Società Italiana Autori ed Editori, il festival compie dieci anni e anche per questa edizione propone storie e linguaggi lontani dalle mappe conosciute continuando a indagare i confini sia fisici che simbolici dell’essere umano e dei suoi spazi. Dai limiti del corpo in Dolphin Man che racconta l’incredibile figura di Jacques Mayol, l’uomo fuori dagli schemi che ha ispirato Le Grand Bleu di Luc Besson, al tabù della violenza familiare  di The Good Intentions, alle geografie marginali che diventano metafora di un conflitto politico più ampio come lo zoo palestinese senza giraffe di Waiting for Giraffes dell’italiano Marco De Stefanis presentato in anteprima mondiale a IDFA, il Festival Internazionale di Documentario di Amsterdam, nel 2016.

Si può mappare un territorio partendo dai centri, dalle aree consolidate. Oppure si può tentare una cartografia meno convenzionale, attraversando i confini, perlustrando le pieghe irrisolte, sostando nei non-luoghi in continua ridefinizione. Il territorio di Visioni fuori Raccordo è il cinema documentario e la nostra ricerca, edizione dopo edizione, ha preferito di gran lunga questa seconda strada” afferma il direttore artistico Luca RicciardiQuesti dieci anni sono non solo  un traguardo ma confermano anche una riflessione e uno sguardo che osserva lo stato della produzione documentaristica a partire dagli approcci e dalle opere che si mettono in discussione e che, facendolo,  interrogano le  forme espressive consolidate. Se c’è un comune denominatore nella varietà di scelte che compongono la selezione di questa decima edizione del festival, è proprio quello dello stupore verso l’inatteso, nel racconto e nei suoi linguaggi”.

Due le sezioni in cui i film competono nella rassegna Visioni Fuori Raccordo. La sezione HomeLANDS, sezione internazionale,  propone anche quest’anno una raffinata selezione fra i migliori film del panorama internazionale, tornando prima di tutto “alla patria comune del genere umano: il corpo” come affermano i curatori della sezione Fabio Mancini e Laura Romano. E’ un corpo ai limiti delle capacità umane quello di Jacques Mayol protagonista di Dolphin Man film sull’incredibile vita dell’apneista francese, che infrangendo le pratiche conosciute ha battuto tutti i record d’immersione dando filo da torcere agli italiani Maiorca e Pellizzari. Il film sarà presentato dal regista greco Lefteris Charitos. Il corpo e il suo universo espressivo sono al centro anche del documentario di Elvira Lind Bobbi Jene, che al Tribeca Film Festival ha vinto ben tre riconoscimenti: storia​ della omonima étoile e del​ conflitto di fronte alle conseguenze dell’ambizione e dell’affermazione di sé, il film è una celebrazione del corpo e dell’emozione allo stato puro attraverso la danza.
I confini di un mondo per lo più invisibile nella nostra quotidianità sono quelli del carcere che ci viene raccontato da due prospettive singolari. In The Prison in Twelve Landscapes la canadese Brett Story crea un inaspettato affresco dell’America,​ raccontandoci l’universo​ carcerario a partire dai luoghi geografici dove meno pensiamo di trovarlo. Presentato in anteprima italiana, ha già conquistato i festival e la critica internazionale. E ancora, ​attraverso il potente strumento del gioco di ruolo viene affrontata la traumatica esperienza delle prigioni israeliane da parte di detenuti palestinesi in Ghost Hunting di Raed Andoni, premiato alla Berlinale 2016. Sono luoghi invisibili  anche le strade ​della prostituzione maschile, percorse dai giovani migranti dell’Est Europa in Brothers of the Night, in cui il regista austriaco-libanese Patric Chiha ci svela l’intimità e il disincanto dei protagonisti senza temere la sperimentazione filmica (presentato in Italia al Mix e al Sicilia Queer Filmfest 2017, il film ha vinto in entrambi i festival come Miglior Documentario). Infine l’emigrazione italiana viene raccontata dal regista svizzero ​Olmo Cerri attraverso un punto di vista particolare, sul​le note del celebre ritornello Non ho l’età da cui prende il titolo il film che sarà presentato al festival assieme al regista.

visioni fuori raccordo

I film italiani in concorso a Visioni Fuori Raccordo a Roma sono nove e saranno accompagnati dai loro registi, offrendo uno sguardo complessivo su storie di lotte e di sfide che dai molti angoli del mondo meritano di essere raccontate.

La prima fra queste è un vero e proprio omaggio felliniano alla Capitale con Il Principe di Ostia Bronx di Raffaele Passerini: due attori che non si piegano all’idea di essere rifiutati dal teatro, dall’Accademia e dal cinema, decidono di trasferire il loro palco nella spiaggia gay nudista di Capocotta, vicino a Ostia.
Protagoniste sono le api in Il Tempo delle Api, di Rossella Antinori e Darel Di Gregorio,  e con loro un piccolo gruppo di giovanissimi apicoltori che decide di andare contro le regole del mercato.

Estremamente intime ma non meno intense sono le sfide dei registi Laura D’Amore e Danilo Monte, coppia che decide di mettere a nudo la propria esperienza di fecondazione assistita con Vita Nova -presentato al Festival di Torino 2016-, e soprattutto la sfida di The Good Intentions in cui la giovane regista Beatrice Segolini (in co-regia con Maximilian Schlehuber)  torna fra le mura domestiche per portare avanti una missione: rompere il tabù della violenza familiare. Lotta anche Sami, il veterinario dello zoo palestinese di Qalqilya, il quale, quando verranno a mancare le giraffe, non si arrende nel cercare di farle ritornare. Presentato in anteprima mondiale all’IDFA e distribuito internazionalmente dalla francese Cat&docs Waiting for Giraffes racconta  attraverso il cammino del dottor Sami la realtà e la complessità del conflitto israelo-palestinese.

La possibilità che per chiunque ci sia posto nel mondo è invece la speranza raccontata da Simone Carnesecchi e Tommaso Lusena de Sarmiento in Simplemente Estamos Aquí, la storia di un uomo e del suo particolare punto di vista attraverso il deserto messicano di Wirikuta.
Oltre alla Palestina e al Messico due prospettive singolari ci raccontano anche l’Africa e il Brasile. L’Africa mostrata attraverso il particolare ‘sguardo’ di un uomo non vedente con il film vincitore del Premio Speciale della Giuria al Torino Film Festival 2016 Moo-ya di Filippo Ticozzi. Il secondo con Lepanto – l’ultimo Cangaceiro di Enrico Masi è visto in questo caso dagli occhi di un inglese che dopo aver perso la propria casa in occasione delle Olimpiadi di Londra, alla vigilia delle nuove Olimpiadi in Brasile diventando l’ultimo Cangaceiro, leggendario brigante brasiliano difensore degli oppressi.

E’ un mondo senza più un’identità invece quello dei giovani protagonisti di The First Shot, premiato come miglior film alla 53sima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, film in cui i registi Federico Francioni e Yan Cheng raccontano la prima generazione nata dopo la protesta di Piazza Tienanmen in Cina attraverso il presente di tre giovani cinesi alla ricerca di sé.

Saranno Valentina Carnelutti, Roberto Silvestri e Daniele Vicari i tre giurati della X edizione di Visioni Fuori Raccordo – Rome Documentary Fest che decideranno il miglior documentario italiano. Valentina Carnelutti è attrice e regista, ha debuttato in teatro da giovanissima diventando negli ultimi anni anche autrice. Nel 2014 ha diretto il suo primo cortometraggio reCuiem (Nastro d’Argento e Miglior Film al Torino Film Festival). Roberto Silvestri, giornalista e critico cinematografico, cura la rivista online Il CiottaSilvestri e da oltre dieci anni è uno dei conduttori di Hollywood Party, il programma cult sul cinema di Rai Radio3. Daniele Vicari, regista e docente di regia, vincitore di due David di Donatello con Velocità Massima e con il documentario Il Mio Paese. Nel 2012, con il film Diaz – Don’t Clean Up This Blood vince ex aequo il Premio del pubblico al Festival di Berlino.

I lavori della giuria, come ogni anno, saranno registrati e, dopo la premiazione, pubblicati sul sito del festival.

Il Premio al Miglior Documentario sarà assegnato dalla Giuria e offerto da AAMOD – Archivio Audiovisivo del movimento operaio e democratico e consiste in 3 minuti di materiale d’archivio del valore di 4.500 euro. Per i film italiani in concorso è previsto anche il Premio Cinema del Reale: regista e direttore Paolo Pisanelli dell’omonimo Festival selezionerà un documentario della sezione Concorso Italiano che sarà invitato e premiato alla XV edizione della Festa di Cinema del Reale, in programma il prossimo luglio 2017 a Specchia, nel Salento.

In preapertura del Festival si è svolto  un evento speciale, il 12 novembre, ad ingresso gratuito presso lo storico Alcazar di Trastevere. Qui è stata presentata in anteprima mondiale l’opera visuale Normal. Track_01 di Adele Tulli, prodotta da Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico in co-produzione con Minollo_Film e con il sostegno di SIAE – bando ‘SILLUMINA- copia privata per i giovani, per la cultura’. Normal è un’opera visuale che riflette e interroga lo spettatore sui ruoli e gli stereotipi di genere nella società italiana di oggi. Quali sono le convenzioni culturali che ancora condizionano fortemente le nostre identità? Quali le pressioni sociali che influenzano ogni aspetto della nostra vita, dai giochi dell’infanzia alle scelte professionali, regolando i nostri gesti, desideri, comportamenti e aspirazioni? L’opera esplora la messa in scena quotidiana e collettiva dell’universo maschile e femminile nell’Italia contemporanea, concepita per stimolare il pubblico con un crescendo di emozioni contrastanti.

Anche una proiezione speciale per questa decima edizione di Visioni Fuori Raccordo. Si tratta di un film dalla genesi più che mai particolare essendo stato finanziato infatti attraverso la vendita dei suoi fotogrammi: Era del rame di Esteban Vivaldi, è il racconto del tentativo di fare un film, della sua impossibilità, della sua scomparsa e del suo ritrovamento. Sarà presentato fuori concorso in anteprima italiana alla presenza del regista.

Visioni Fuori Raccordo è partner della mostra “Cecilia Mangini -Visioni e passioni. Fotografie 1952-1965” ospitata dal Museo delle Civiltà – Arti e Tradizioni Popolari di Roma e dedicata alla regista Cecilia Mangini che quest’anno compie 90 anni. La Mangini è una delle figure più significative della storia del cinema italiana, inarrestabile pioniera del cinema del reale: prima donna a girare documentari nel dopoguerra, l’autrice di capolavori come Ignoti alla città, Stendalì e La canta delle marane, realizzati in collaborazione con Pier Paolo Pasolini, ha raccontato dalla fine degli anni Cinquanta alla metà dei Sessanta un’Italia divisa tra boom economico e contraddizioni sociali.

Dato il successo dell’esposizione la mostra è stata prorogata fino al prossimo 30 novembre. Presentandosi al botteghino con il programma del festival il pubblico avrà diritto alla riduzione del biglietto d’ingresso.

Il Festival è organizzato e prodotto dall’Associazione LABnovecento con il patrocinio della Roma Lazio Film Commision, è sostenuto da Regione Lazio – Assessorato alla Cultura e da SIAE – Società Italiana Autori ed Editori, ed è realizzato grazie alla collaborazione di: Moving Docs – DOC IT, Road Television; Thalia Group; Archivio Audiovisivo del movimento operaio e democratico; Istituto Svizzero; Cinema del Reale; Università degli Studi Roma Tre.

About Krizia Ricupero 354 Articoli
"Nessuno può mettere Baby in un angolo".