GRAZIE A LOGAN – THE WOLVERINE PER LA PRIMA VOLTA UN CINECOMICS È PRESENTE FRA LE NOMINE DEGLI OSCAR COME MIGLIOR SCENEGGIATURA
Che per i cinecomics fosse un periodo d’oro lo si aveva capito da tutte le varie saghe iniziate, finite, fatte crescere con vari spin-off e i meravigliosi incassi. Che potessero gareggiare per la statuetta d’oro più ambita dal mondo cinematografico, anche. Ad aprire le porte al genere nella serata degli Accademy Award fu Superman di Richard Donner che aveva vinto nel 1979 il Premio per i Migliori Effetti Visivi. Ma che potessero venir nominati come Miglior Sceneggiatura Non Originale, il Logan – The Wolverine di James Mangold è una vera novità. Quest’anno il cinecomics della Marvel, il capitolo conclusivo sul personaggio degli X-Men Wolverine, abbatte il pregiudizio che i film sui supereroi siano solo di intrattenimento.
Wolverine, colui che nel 2000 aveva dato una rispolverata ai cinecomics, con l’interpretazione calzante di Hugh Jackman e diretto da Bryan Singer, si ritrova dopo 18 anni ad aprire le porte a premi meno tecnici e più di contenuto a un genere solitamente snobbato dalla critica. Che il mutante artigliato sia il soggetto perfetto per creare un film che guarda meno il lato fantastico dei supereroi, visto i dolori vissuti dal personaggio e dalla sua reticenza a proclamarsi eroe, non ci sono dubbi.
La rivista GQ ci aveva visto lungo, e l’anno scorso si dispiaceva per Logan – The Wolverine credendolo meritevole di una nomina riguardante il Miglior Film, ma temendo le numerose uscite che lo avrebbero seguito. Ma il progetto, uscito a marzo 2017, è rimasto impresso nella memoria della giuria dell’Accademy e così ora lo vediamo fianco a fianco al film di Guadagnino Chiamami col tuo nome, Molly’s Game, Mudbound e The Disaster Artist.
Per vedere se Logan – The Wolverine farà la storia del cinefumetto si deve aspettare il 4 marzo, quando al Dolby Theatre di Los Angeles saranno presentati da Jimmy Kimmel i 90esimi Premi Oscar.
