SOTTO IL SOLE DELLA CALIFORNIA, LE STORIE DI UNA MANCIATA DI PERSONE SI INCROCIANO GRAZIE AI LORO AMICI A QUATTRO ZAMPE: DOG DAYS ARRIVA AL CINEMA IL 13 SETTEMBRE
GENERE: commedia romantica
DURATA: 112 minuti
USCITA IN SALA: 13 settembre 2018
VOTO: 2,5 su 5
Ambientato nella bella e calda Los Angeles, Dog Days racconta la vita di una manciata di persone che vedono il loro destino incrociarsi grazie ai propri cani: c’è Tara, una cameriera invaghita del veterinario che tutti i giorni le ordina il caffè, e corteggiata dal goffo Garrett; la conduttrice televisiva Elizabeth, che dopo aver scoperto il tradimento del suo fidanzato riversa sul suo cane il suo malessere, e che per questo dolore non riesce a vivere bene la nuova relazione col bel collega/ex campione di football Jimmy; c’è Ruth, neo mamma che per dedicarsi ai suoi due gemelli affida il suo cane Charlie al fratello Dax; ci sono Grace e Kurt, anche loro neo genitori, che hanno adottano una bambina fredda e silenziosa, che contraccambia le loro attenzioni solo dopo aver trovato e portato a casa una carlina trovatella, che in realtà è il cane di un anziano signore, che la custodisce come unico legame con la defunta moglie, e verrà aiutato nelle sue ricerche dal giovane Tyler, il ragazzo delle pizze a domicilio.
Un cast corale, fatto di nomi conosciuti e volti noti provenienti soprattutto dalle serie tv: Eva Longoria, Vanessa Hudgens, Nina Dobrev, il giovane Finn Wolfhard, e tanti altri diretti da Ken Marino, attore prestato alla regia. Ma come si dice, il troppo stroppia, o almeno non basta: perché nonostante la molteplicità di voci che intervengono nel dialogo, manca qualcosa a dare spessore al film. Ci siamo commossi e abbiamo sorriso e pianto con molti film che vedevano come protagonisti i pelosi a quattro zampe (Hachiko, Io e Marley,…): insomma, veniamo da pellicole che volevano farci riflettere in qualche modo.
Dog Days, oltre a presentare una sfilza di musetti adorabili, non ci lascia le stesse sensazioni. Rimane un film leggero, forse troppo, e a tratti divertente ma anche, ahimè, stucchevole e forzato.