The Laundromat: recensione

STEVEN SODERBERGH CERCA DI SPIEGARE LO SCANDALO DEI PANAMA PAPERS IN THE LAUNDROMAT, IN CONCORSO AL FESTIVAL DI VENEZIA

the laundromat posterGENERE: drammatico, commedia

DURATA: 96 minuti

DATA D’USCITA: 18 Ottobre 2019 (Netflix)

VOTO: 3/5

Partendo dal romanzo Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks and the Global Elite scritto dal reporter investigativo Jack Bernstein, Steven Soderbergh con il suo The Laundromat porta in concorso al Festival di Venezia la dark comedy The Laundromat con un cast stellare.

La prima scena – con la rottura della quarta parete da parte di Antonio Banderas e Gary Oldman, rispettivamente nel ruolo di Ramón Fonseca e Jürgen Mossack – serve a farci capire quello che sarà il tono dell’intero film e quanto il pubblico sia chiamato a esserne parte attiva, non soltanto mero spettatore.

Per ricostruire la storia, viene introdotto il personaggio di Ellen Martin (interpretata da Meryl Streep) e la sua tragedia personale: durante una gita in battello un’onda di grandi dimensioni rovescia l’imbarcazione su cui sta viaggiando, causando la morte di ventuno persone, tra cui suo marito.

Addolorata dalla scomparsa dell’uomo che amava, la donna dovrebbe almeno percepire un corposo risarcimento da parte dell’assicurazione della compagnia di navigazione, con il quale vorrebbe comprare un appartamento a Las Vegas, con affaccio proprio sul punto in cui l’ha conosciuto, ma il suo proposito non va in porto.

The LaundromatL’assicurazione, infatti, è in realtà un’azienda che fa parte di un’altra azienda, che a sua volta fa parte di un’altra azienda, come se avessimo a che fare con una matrioska. Emerge così un intreccio di società che finisce in paradisi fiscali anonimi che scaricano la responsabilità su altri, rendendo impossibile per Ellen riscuotere quanto le spetta.

Un intreccio complicato, basato “su segreti veri”, che per risultare più comprendibile Soderbergh decide di dividere in capitoli, affidando a Banderas e Oldman l’arduo compito di spiegare al pubblico in termini semplici quello che sta accadendo davanti ai loro occhi.

Ma The Laundromat dà per scontati troppi dettagli tecnici e la presenza di troppi personaggi e troppe storie superflue rende davvero difficile restare concentrati, mentre le immagini scorrono velocemente sullo schermo, portandoci da un Paese a un altro. In questo modo non possiamo far altro che seguire la storia, senza afferrarla.

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