Aquaman, dal fumetto al film

DAL GENIO DEL FUMETTO AGLI ATTORI TUTTI MUSCOLI DEI FILM, ECCO COME SI EVOLVE NEL TEMPO IL PERSONAGGIO DI AQUAMAN

aquaman-kickCreato due anni dopo il Sub-Mariner della Marvel Comics, Aquaman resta il più importante “eroe sottomarino” della storia del fumetto. Nonché quello dall’animo più nobile. Nella storia d’esordio su “More Fun Comics” (11/1941), il giovane Arthur Curry narra a un incuriosito capitano come è diventato Aquaman. Racconta di essere figlio di un noto scienziato che ha scoperto le rovine di una antica città (forse Atlantide) nelle profondità oceaniche. Ritrovati alcuni antichi documenti, lo scienziato li ha usati per insegnare al figlio come respirare sott’acqua, sviluppare grande forza e nuotare con estrema velocità. Oltre a ciò, Aquaman ha imparato a comunicare con le creature marine. Raggiunta la maturità, l’eroe decide di combattere il male che affligge la superficie, lasciando dunque ogni tanto la sua residenza sottomarina per punire i criminali sulla terraferma.

Le avventure di Aquaman si protraggono su “More Fun Comics” fino al 1946, affidate a sceneggiatori quali Manly Wade Wellman e Otto Binder e a disegnatori come Louis Cazeneuve e John Daly, passando poi su “Adventure Comics”, dove restano – con qualche pausa – fino al 1961. Nel frattempo, le origini dell’eroe vengono periodicamente aggiornate: un secondo incipit racconta che Aquaman è figlio di un guardiano del faro e di una donna proveniente da Atlantide, dalla quale ha ereditato i propri poteri. Un’ulteriore versione stabilisce che egli stesso sia nato nel regno sommerso, e che sia stato abbandonato da piccolo. Al mare lo lega inoltre ancor più inscindibilmente il fatto di non poter sopravvivere più di un’ora senza il contatto con l’acqua. All’inizio del 1960, quando lo disegna Ramona Fradon, gli viene affiancata una “spalla”, il giovane atlantide Garth, meglio noto come Aqualad. Lo stesso anno, Aquaman è tra i fondatori della Justice League of America. Dopo essere apparso in tre numeri consecutivi di “Showcase” nel 1961, Aquaman ottiene finalmente un albo tutto suo, che conta 63 uscite tra il febbraio 1962 e il settembre 1978. Nel n. 11 (1964) Aquaman conosce la principessa in esilio Mera, che ha il potere di trasformare l’acqua in forme solide a piacimento. Poco dopo Aquaman e Mera si sposano, e dalla loro unione nasce un bimbo chiamato Aquababy. Tra l’altro, Aquaman scopre di avere un fratellastro malvagio di nome Orm, altrimenti noto come Ocean Master.

Come altri supereroi “targati” DC Comics, anche Aquaman è riproposto più volte, in serie regolari e miniserie. Da ricordare i quattro numeri di Aquaman disegnati da Craig Hamilton nel 1986, dove vengono nuovamente narrate le origini dell’eroe e di Ocean Master. Nel 1989 segue un’altra miniserie in cinque numeri, sceneggiata da Keith Giffen e disegnata da Curt Swan. Del 1990 sono poi i sette numeri delle “Atlantis Chronicles”, con un approccio più “adulto” al personaggio proposto da Peter David (testi) ed Estéban Maroto (disegni).aquaman 2

La seconda serie regolare in 13 numeri del 1991/92, scritta da Shaun McLaughlin e disegnata da Ken Hooper, propone invece un’immagine tragica dell’eroe: suo figlio è stato ucciso, sua moglie lo ha abbandonato e il suo fratellastro resta il suo più temibile nemico. Dal 1994 al 2001 esce una terza serie regolare di 75 numeri, scritta da Peter David, Erik Larsen e Dan Jurgens e disegnata da Martin Egeland, Mike Miller e Steve Epting, seguìta da una quarta serie a partire dal 2002.

Tutta un’altra sagoma, gioco di parole permettendo quello di Jason Momoa nel chiacchieratissimo e ben poco apprezzato film del 2019.

La regina Kidman è la mossa di entrata sulla scacchiera del regista James Wan, poi arriva Aquaman nei panni di un personaggio già visto nel mega-flop Justice League. Questo Momoa però ha inevitabilmente più spessore e la cosa permette all’attore di farsi valere sul ring cinematografico: da una parte eroe action e sex symbol con tanto di muscoli scolpiti nel marmo, dall’altra protagonista che si fa anche carico dello humour del film, perfetto nei panni di un eroe working class che si fa i selfie con i fan tra una birra e l’altra. Con la sua prova Momoa dimostra di essere in grado di reggere un film tutto sulle sue spalle. In questo caso un blockbuster che cerca in maniera intelligente l’attualità, includendo temi come l’odio per il diverso (il protagonista è figlio di due specie, nato da madre di Atlantide e padre terrestre) e il rischio di disastro ecologico che fomenta il bel cattivo interpretato da Patrick Wilson, fratellastro del protagonista. 

Wan, marchio di fabbrica dell’horror (è il papà delle saghe di Saw, The Conjuring e Insidious), lavora su commissione e manovra con mano sicura il timone di un progetto che non solo ignora l’intero impianto caotico dell’universo cinematografico DC Comics post-Nolan, ma punta anche a tanta creatività nel reparto visivo. Il regista cerca di realizzare una specie di Guerre stellari subacqueo con una splendida scena colossale di guerra sottomarina che arriva dopo diversi momenti “politici” che ricordano un po’ la saga di Lucas. Quello è il momento della vera nascita dell’eroe e gli effetti speciali, seppur non immacolati, sono quanto di meglio visto nel mondo DC fino ad ora.

aquamanMomoa ci mette muscoli e humor ma il cuore è tutto della Kidman, perfetta in una efficace storia d’amore con un mortale in cui è lei a tenere le redini della sicurezza del rapporto. I cattivi le irrompono in casa, il suo compagno pensa al bene del bambino, ed è la donna ad affrontare tutti e a suonargliele di santa ragione. La sua regina meriterebbe un film tutto per sé. 

Il resto di Aquaman non è mai all’altezza dei pochi minuti in cui l’attrice rimane in scena, ma diverte beneficiando di un cast interessante: oltre a Momoa, Kidman e Wilson ci sono anche veterani come Willem Dafoe e Dolph Lundgren che fanno di meglio di una Amber Heard il cui colore dei capelli distrae continuamente lo spettatore dalla sua performance legnosa.