Barbarian: recensione

LASCIATE OGNI PREGIUDIZIO O VOI CHE ENTRATE, BARBARIAN SPAVENTA E SORPRENDE CON GRANDE INGEGNO

barbarian-locandinaDURATA: 102 minuti

USCITA: 9 settembre 2022 (USA)

VOTO: 4 su 5

Una notte buia e tempestosa. Un’invitante casetta adibita ad Airbnb, piccola isola felice di una zona poco raccomandabile. Una donna sola va per aprire la porta e scopre che qualcuno ha già affittato la casa, per le stesse date. C’è da fidarsi? È  davvero un malinteso? L’uomo è chi dice di essere o si tratta di una trappola elaborata? Soprattutto se l’uomo che vi ritrovate in casa ha il volto di Bill Skarsgård, il quale anche senza fare niente, incute terrore per quel ghigno associato per sempre a Pennywise. Se state pensando di sapere già come va a finire vi assicuriamo che non potreste essere più lontani dalla verità.

Quello che parte come il più classico dei canovacci da film horror cambia improvvisamente registro. Quando sa di avere lo spettatore in pugno strappa il tappeto da sotto i piedi, prende una piega inaspettata, e ancora una, e ancora una. Quello che è stato capace di fare il regista Zach Cregger non è semplicemente reinventare il genere, ma fonderlo con altri, usare fatti di cronaca a beneficio della trama per andare oltre. Lo spettatore più smaliziato che pensa di saper da che parte stare avrà di che restare sorpreso.

Il risvolto inaspettato va di pari passo con il terrore e l’adrenalina. Per riuscire in tale impresa bisogna mettere in campo una colonna sonora che non faccia leva solo su effetti sonori (spesso abusati), ma che crei una partitura che trasmetta costante pericolo ad ogni angolo. Ottimo il lavoro di Anna Drubich in questo senso. Con alcune canzoni famose inserite in punti chiave per sottolineare passaggi importanti della trama. Ci vuole una giusta dose di humor a spezzare la tensione e certamente un cast d’eccezione. La final girl qui è l’inglese Georgina Campbell, che in molti ricorderanno in uno degli episodi più belli della serie Black Mirror. La giovane attrice eccelle nelle diverse situazioni in cui si viene a trovare. Di Skarsgård si diceva sopra, gioca con astuzia con la percezione che il pubblico hai di lui, Justin Long si lancia in una delle sue migliori performance di sempre, lontana dall’umorismo bislacco di certe commedie demenziali, e il veterano Richard Brake dà una prova di contenimento, trattenuta, che lo rende ancora più inquietante.

Horror così intelligenti non se ne vedono spesso, da non perdere.

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