Pain & Gain – Muscoli e Denaro: recensione film

DELUDE IL RITORNO DI MICHAEL BAY DIETRO LA MACCHINA DA PRESA

pain and gainGENERE: pulp

USCITA IN SALA: 18 luglio 2013

VOTO: 2 su 5

Il ritorno sul grande schermo del visionario regista Michael Bay è all’insegna di un film difficilmente ascrivibile a un genere definito

Pain and Gain, Muscoli e denaro è infatti un ibrido cinematografico che si colloca a metà strada tra un film d’azione, una commedia e un dramma.
Decisamente troppa carne al fuoco per il pur bravo Bay che nel riposo forzato prima  della produzione del quarto capitolo di Transformer cerca di dar risalto visivo ad una storia realmente accaduta nella Miami degli anni 80’.

Daniel Lugo (Mark Whalberg) è un personal trainer stressato dalla sua misera esistenza che insieme con l’amico Adrian Doorbal, anche lui amante del fisico scolpito e dell’addominale marmoreo, decidono dopo una vita di sacrifice e sudore in palestra (il fatica e guadagna del titolo originale) decidono di dare una svolta alle loro estistenze cercando di impossessarsi delle ricchezze di un benestante cliente della loro palestra.

Daniel, spinto da una sete di successo e potere pari solo a quella di steroidi ed energetici necessari ad ottenere il fisico scolpito di cui va fiero organizza un piano per il rapimento del ricco Victor Kershaw, ricco immigrato proprietario di alcuni ristoranti con l’intenzione di farsi intestare tutte le sue ricchezze.

L’elaborato piano ha però bisogno di una squadra ben assortita e a dar manforte alla banda improvvisata ecco arrivare Paul Doyle (Dwayne Johnson), un neo iscritto alla palestra, ex cocainomane e truffatore ora redento, tutto muscoli e poco cervello.
Si perchè l’improvvisato trio di malfattori ha tutto fuorchè il fisc du role per portare a termine i loro sogni di Gloria.

Nonostante l’enfasi generatasi in America per questo titolo, in quasi due ore di narrazione si riscontra solo a tratti lo stile inconfondibile e autoreferenziale di Bay.
La presentazione dei personaggi e delle loro esistenza ai limiti del cartoonesco nella prima ora di film fanno sperare nell’ennesimo film ad effetto del regista di Bad Boy, ma poi l’appiattirsi della trama e la poca originalità nel finale ne fanno un prodotto come tanti altri destinato a lasciare un flebile ricordo.
Cosi come i muscoli del palestratissimo Whalberg, fin troppo pompato per l’occasione…

 

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Onnivoro cinematografico e televisivo, imdb come vangelo e la regia come alta aspirazione.
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