Jem e le Holograms: recensione

JEM E LE HOLOGRAMS: UN FILM TANTO LONTANO DALLA SERIE ANIMATA QUANTO DAL SUCCESSO CHE RISCUOTERÀ TRA I FAN DI QUELLA GENERAZIONE

Jem-e-le-Holograms-posterGENERE: commedia musicale

DURATA: 118 minuti

USCITA IN SALA: 23 giugno 2016

VOTO: 1,5 su 5

Jerrica Brenton è una giovane orfana, che insieme alla sorella minore, a seguito della morte del padre, viene accolta a casa della zia, la quale abita con altre due ragazze in affidamento. Gli anni passano, il nucleo diventa una famiglia affiatata e felice, ma con problemi economici da dover affrontare. La fortuna vuole che un video di Jerrica che canta una sua canzone venga caricato online e notato dalla presidentessa della casa discografica Starlight Entertainment, che da quel momento fa di tutto per avere con sé “Jem”, a costo di allontanarla dagli affetti.

Gli amanti della serie animata anni Ottanta Jem e le Holograms non potranno che storcere il naso leggendo la trama del film omonimo ad essa ispirato, ed è naturale essendo stata stravolta la base su cui la storia si fondava: ritroviamo i protagonisti seppur in ruoli a volte stravolti, si mantiene la dualità dell’icona Jem/Jerrica ma in forma rivisitata, divisa tra la popolarità del personaggio e il mistero della persona, con la necessità commerciale di mantenere il segreto dell’identità ma rinunciando a molti altri dettagli della storia originale.

Tante le differenze dal cartoon (la Starlight Entertainment veniva ereditata da Jerrica e non da Rio e sua madre, c’era una più forte presenza della componente fantascientifica,…), ma c’è anche qualche novità maggiormente condivisibile, perché pensando a quanti anni sono passati era naturale dover attualizzare il tutto e contestualizzarlo in un’epoca in cui si vive di Facebook e social network. Le star oggi nascono grazie ai like e alle condivisioni, e così è anche per Jem, che incredibilmente vede crescere nel giro di una notte la propria popolarità su Youtube fino a diventare icona pop per grandi e non.

Il cast, senza infamia ma decisamente senza lode, è composto dalle giovani Aubrey Peeples, Hayley Kiyoko, Stefanie Scott e Aurora Perrineau, affiancate da Molly Ringwald Juliette Lewis, con Ryan Guzman nel ruolo di Rio (ogni tanto compaiono big come Alicia Keys, Dwayne Johnson e Chris Pratt come sé stessi). Il regista Jon M. Chu prova attraverso qualsiasi espediente dal punto di vista tecnico a rendere il film, già con una sceneggiatura mal scritta e per niente avvincente, più coinvolgente e appagante, facendo largo ricorso per esempio al found footage: le scene di girato si intervallano infatti a video di Youtube, che si integrano diventandone anche colonna sonora, a immagini di Instagram e a chat Skype, e in realtà la stessa cornice del film è concepita come una ripresa video fatta della stessa Jerrica dal suo pc.

Ma questo non basta a rendere Jem e le Holograms un live action ad alto indice di gradimento in quanto le troppe modifiche, purtroppo, hanno profondamente minato lo spirito del cult che avrebbe dovuto far rivivere, di cui rimane poco e niente, se non forse qualche lustrino e a tratti i colori shock del look. Proprio la scelta di virare verso i mezzi tecnologici di oggi sembra voler sostituire la mancanza della vera anima fantascientifica della serie, incarnata da Synergy, il computer che rendeva possibile la dualità di Jerrica, e qui invece ridotto ad un simpatico robot costruito dal padre della giovane con l’unico scopo di connetterli dopo lo sua morte.

Jem e le Holograms è da catalogarsi come un film per adolescenti, che seppur dovesse riuscire a catturare l’attenzione dei teenagers, di certo non appagherà gli spettatori più adulti che vedranno cadere un mito della loro giovinezza e che tra le tante cose si chiederanno: che fine hanno fatto le Misfits, le rivali di Jem che nella serie avevano fatto il loro ingresso a cavallo di improbabili moto a forma di chitarra? Relegate ad una scena alla fine dei titoli di coda, in vista di un sequel che probabilmente (o sicuramente, visto il flop negli Usa) non ci sarà mai.

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