Amici come noi: recensione film

AMICI COME NOI PORTA SUL GRANDE SCHERMO LE IENE PIO E AMEDEO

Amici come noiGENERE: commedia

DATA DI USCITA: 20 marzo

DURATA: 90’

VOTO: 2 su 5

Ogni tanto bisogna dimenticarsi che il cinema è un’arte, la settima arte, e sminuire la sua funzione a quella di mero intrattenimento. Bisogna farlo molto spesso, ultimamente, soprattutto – ahinoi – per quanto riguarda la produzione cinematografica nostrana che da tempo ha la tendenza di prendere in prestito dal piccolo schermo personaggi comici mainstream nati in trasmissioni televisive e trasportarle nella grande sala per amore del vil denaro.

La Taodue di Pietro Valsecchi è la madre di queste operazioni, sicuramente più commerciali che cinematografiche, e dopo le commedie che hanno avuto come protagonisti Checco Zalone e I soliti idioti ha adottato anche Pio e Amedeo le due famose pugliesi iene nate su youtube e poi divenute sempre più famose grazie ai cori da stadio che regalano nei loro servizi nella trasmissione di Italia uno.

Pio e Amedeo sono due grandi amici che gestiscono a Foggia un negozio di pompe funebri high tech dal nome Hai l’Under (da leggersi in foggiano Highlander). Pio sta per sposare Rosa, una maestra del luogo, ma tramite Amedeo scopre che in rete circola un video hard in cui appare la ragazza. Pio e Amedeo decidono allora di lasciare la cittadina pugliese (Fuggi da Foggia è la canzone di sottofondo presa in prestito dal famigerato detto) dirigendosi prima a Roma e poi a Milano.

Il ritmo della narrazione comica è gestita in maniera dinamica dal regista Enrico Lando che sfrutta al massimo la comicità di Amedeo Grieco dando alla metà vincente dei duo Pio e Amedeo il ruolo di mattatore in questa pellicola talmente demenziale da risultare, in alcuni punti, anche divertente più per disperazione dello spettatore che per motivi annessi a qualsivoglia logica.

Nella sceneggiatura, trita e ritrita, è stata scritta a sei mani, quattro delle quali appartenenti agli stessi Pio e Amedeo, non mancano le pubblicità, neanche troppo occulte, e le effusioni affettuose che accarezzano la Grande Padrona Mediaset e il suo Cavaliere attraverso citazioni che inneggiano a C’è posta per te e riferimenti al Milan, senza contare che gli stessi protagonisti del lungometraggio sono portatori sani di tale propaganda.

L’operazione Amici come noi ha dalla sua una comicità sempliciotta che però non scade – quasi – mai nella facile e semplice volgarità e questo, insieme al suo vero protagonista Grieco, che risulta capace di tenere in piedi un lavoro di 90 minuti con una maestria invidiabile nonostante il suo ruolo sia stato ghettizzato, suo e nostro malgrado, in quello di un trucido pugliese, rendono il film non di certo piacevole ma sicuramente una delle più riuscite, e meno fastidiose, operazioni di tale genere.

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