8 Production: incontro con i soci fondatori

LAURA CATALANO E NICOLA PAPAGNO CI RACCONTANO IL LORO PERCORSO PROFESSIONALE

Giovani sono giovani, in gamba lo sono, il successo è alle porte e noi scommettiamo su 8 Production. Si tratta di una casa di produzione cinematografica indipendente nata da poco più di un anno. Un progetto culturale, ma soprattutto, un nuovo modo di intendere il cinema. Non solo, perché, come diceva Gore Vidal “Oggi tutto è cinema: l’unica cosa che praticamente cambia è dove e come lo si vede”.

I due soci fondatori, Laura Catalano e Nicola Papagno, ci hanno raggiunto in redazione e abbiamo scambiato quattro chiacchiere sul loro approccio al cinema indipendente. Sentiamo che ci hanno detto…

1. Cominciamo dal nome, perchè questa scelta, ha un significato particolare per voi?

Diciamo che la scelta del nome, come spesso capita, è stata in parte frutto del caso e in parte una scelta ponderata.
Il numero 8 è stato da sempre considerato come sinonimo di perfezione ed armonia e allo stesso tempo, secondo noi, il cinema è il frutto di una ideale sintonia di arti e mestieri, che agiscono all’unico scopo, di emozionare i fruitori della loro opera: i Sognatori…perché è solo a loro, che appartiene il Cinema.

2. Qual’è il vostro rapporto con il cinema indipendente?

Noi crediamo che il cosiddetto “cinema indipendente” sia la naturale evoluzione di questo mestiere. Dalla metà degli anni ottanta ad oggi “fare Cinema”, non è più appannaggio di pochi eletti. Da una parte le nuove tecnologie, ci hanno permesso di abbattere i costi pur mantenendo un’alta qualità d’immagine, dall’altra ci ha dato la possibilità di donare a registi emergenti, l’occasione di esprimere il proprio talento.

3. Il vostro primo lavoro è stato Interno Giorno, una serie web, ora siete in lizza ai David di Donatello con il film Tacet. Percorso lampo?

In questo lavoro come in tanti altri non basta capire quale strada seguire, bisogna prevedere anche gli ostacoli e sapere come superarli. Per fare questo non si può correre troppo, altrimenti si rischia di cadere e raggiungere il traguardo, in tempo, diventa quasi impossibile.

4. Una delle vostre prossime produzioni è Reverse Project, convincete il pubblico a partecipare ad una serata-evento per videomaker?

Reverse Project non è un semplice contest, è un nuovo ed eclettico modo di intendere la creatività sotto ogni suo aspetto. Cinema, fotografia, scultura, video-mapping, sound design, grafica, artigianato e pittura si fondono in questa sorta di Babele artistica nella quale, pur parlando, tutti lingue diverse, riescono a farsi capire attraverso una sola parola: Arte.

5. Giovanissimi e già partiti con le idee chiare. Consigli da dare a possibili colleghi in erba?

Siamo giovanissimi, abbiamo ancora tanto da imparare e forse è ancora troppo presto per dare dei consigli. Ad ogni modo, la nostra speranza, che è la stessa che auguriamo di avere ai nostri futuri colleghi, è quella di avere sempre fame, di andare sempre avanti anche quando un muro ti sbarra la strada, di pensare sempre in grande ed infine di non fermarsi mai, se non quando, ci si è accorti che quella è la strada sbagliata e cambiare subito rotta.

6. Quale futuro “produttivo” vi aspetta?

James Baldwin diceva che il futuro è come il paradiso: tutti lo esaltano ma nessuno ci vuole andare adesso. Quindi forse è meglio concentrarci sul presente e sperare di fare tutto il possibile, per non andare all’inferno.

 

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