HACKER E COMPLOTTI NEL MONDO DISTOPICO DI MR ROBOT
Accolta positivamente da pubblico e critica, Mr Robot ha subito ottenuto il rinnovo per una seconda stagione dal network USA dove va in onda, ancor prima che venisse trasmesso il pilot. La serie tv è crime-thriller, creata e scritta dall’esordiente Sam Esmail, segue le vicende di Elliot (Rami Malek), un giovane ingegnere informatico che di notte lavora come hacker. Elliot, che soffre di un disturbo antisociale di personalità, si ritrova a un pericoloso bivio quando un misterioso anarchico, noto come Mr. Robot (Christian Slater), recluta Elliot, chiedendogli di distruggere dall’interno l’azienda dove lavora. Trovandosi tra l’incudine e il martello, Elliott lotta per resistere all’occasione di far cadere i CEO delle multinazionali che crede stiano rovinando (e controllando) il mondo.
E’ facile entusiasmarsi subito di Mr Robot. Il suo protagonista fa tenerezza e tristezza vederlo chiuso nel suo mondo, vagare con la mente mentre parla con qualcuno, vive isolato da tutti, se non per un pesciolino rosso a cui dà da mangiare quando la sera torna a casa dal lavoro, e per calmare quel senso di solitudine si fa di dosi di morfina accuratamente selezionate. Elliot è strano e forse un po’ psicotico: il suo disturbo lo rende un hacker che invece di fare amicizia con le persone le controlla e le spia su Internet attraverso i loro social network. In realtà Elliot ha il cuore tenero poiché usa le sue incredibili doti come un’arma per proteggere le persone a cui tiene, in particolare la sua collega Angela (Portia Doubleday) e la sua psichiatra, che ritiene non sia in grado di leggere le persone a fondo quanto lui.
Mr Robot ci racconta un mondo distopico governato da complotti da parte di persone ricche che vivono nascoste, e dove il potere di Internet è l’unica salvezza in mano agli eroi del domani: gli hacker. “La nostra democrazia è stata hackerata.” E forse la realtà non è così tanto distante dalla finzione. Il punto di vista narrante di Elliot è la forza di Mr Robot. E’ infatti facile identificarsi in lui: l’avvento della tecnologia moderna e sopratutto dei social network ci ha resi dei robot, incapaci di provare emozioni se non attraverso un computer con il quale comunichiamo con delle persone virtuale, invece di incontrarle di persona.
