Tar: Missing in Italy

IL FILM “CORALE” SUGLI SCRITTI DI C.K. WILLIAMS, DA POCO SCOMPARSO

TarGENERE: drammatico

DURATA: 72 minuti

VOTO: 2,5 su 5

Il 20 Settembre di quest’anno, giusto un paio di settimane fa quindi, ci lasciava il poeta e scrittore Charles Kenneth (C.K.) Williams, per un mieloma multiplo, nella sua casa nel New Jersey. Nel Novembre del 2012, al Festival del Cinema di Roma, faceva la sua prima apparizione Tar, l’audace esperimento scritto e diretto da ben dodici studenti della New York University, che cercava di racchiudere nell’arco di poco più di un’ora l’intera vita (o almeno i tratti più salienti) del Premio Pulitzer americano. Il film, malgrado il tentativo di renderlo più appetibile al grande pubblico attraverso un paio di revisione del titolo (The Color of Time nel ritorno agli USA, due anni dopo, Forever Love, nel Regno Unito, pochi mesi prima), non ha avuto molto successo al box-office, come preventivabile per un progetto simile, non trovando distribuzione nel nostro paese, lì dove ironicamente aveva avuto luogo la sua première mondiale.

Tar (“Catrame”) è il titolo di un libro di poesie dello stesso Williams, pubblicato nel 1983 a New York. Un salto temporale che la stessa pellicola (e la sceneggiatura a ventiquattro mani) accoglie in pieno, punto di partenza e insieme d’arrivo della circolare narrazione. Nel film, infatti, le parole scritte dall’autore si fondono a fugaci istantanee del suo passato, dal ricordo quasi “angelico” della propria madre, passando per quello più duro e burrascoso del padre, fino alle prime esperienze amorose e sessuali, le quali non vanno per forza a braccetto. L’unico elemento di continuità rimane così la sua famiglia nel “presente” e, in particolare, la figura costante di sua moglie Catherine, quasi rappresentazione del lieto fine personale a lungo cercato durante il conflittuale percorso di vita e, infine, “trovato”.

Il cast è di quelli eccezionali. Trattandosi di una produzione “studentesca” e low-budget, non stupisce la presenza di attori come James Franco (l’”adulto” C.K. Williams, che recita e interpreta le parole dello scrittore per tutto il film) e Zach Braff (l’amico Albert), impegnati come sono nel campo dell’indipendente, tra le “celebrità” più attive e ormai radicate nel settore. Più inusuali, invece, le partecipazioni delle altre due stelle di Tar, ovvero Mila Kunis (alla sua ennesima collaborazione con Franco, dopo Third Person e Il grande e potente Oz), nel ruolo dell’anima gemella Christine, e la vincitrice del Golden Globe (per Zero Dark Thirty) Jessica Chastain, nella parte della madre di un piccolo Williams, interpretato dal giovanissimo Zachary Unger. Accanto a loro, infatti, troviamo più versioni dello stesso C.K., come riportato, tra cui una adolescenziale, che trova un altro volto diverso in quello di Jordan March.

Il lavoro degli studenti di New York autori della pellicola, nonostante le apparenze, vuole allontanarsi però le forme più classiche e ritrite del genere del biopic, scegliendo invece un approccio più interpretativo ed emozionale. La voce di Franco/Williams accompagna così la confusa successione di immagini raffiguranti spezzoni di vita dello scrittore, in una sequenza all’apparenza senza una precisa logica esplicativa, lasciando piuttosto al montaggio l’onere della narrazione quasi alla maniera della lezione del cinema sovietico degli anni ’20. Quello che ne esce fuori è un ritratto sì nostalgico e celebrativo, nonché dignitoso, dell’attualmente compianto poeta, ma, allo stesso tempo, privo di filtri dettati magari da un’eccessiva venerazione artistica, che quindi cerca di inquadrare quel lato umano e meno esposto che nel profondo ha formato un tale genio letterario.

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