Rosenstrasse: l’amore e il coraggio sfidano la storia

WOMEN’S FILM RICORDA LA GIORNATA DELLA MEMORIA CON ROSENSTRASSE DI MARGARETHE VON TROTTA

Sz43Riemann_Wachowiak02Berlino, 1943. Dal 26 febbraio al 6 marzo decine di donne si riunirono spontaneamente a Rosenstrasse davanti al palazzo dove erano rinchiusi i loro mariti, perché ebrei, ad aspettare il loro rilascio.
Una storia vera quella del coraggio di queste donne che con persistenza e resistenza ottennero quello che volevano.
Un evento che ha segnato la storia, una protesta pacifica fatta da sole donne e bambini, in una Rosenstrasse abbandonata dagli uomini, chi deportati, chi scappati abbandonando la famiglia e chi rinchiusi.
Una tale forza di volontà e determinazione che ha fatto crollare la risolutezza dei soldati nazisti, portando così al rilascio dei detenuti e levandosi così l’imbarazzo di dover sostenere il loro sguardo.

Nel 2003, la regista Margarethe von Trotta ha portato sul grande schermo la vicenda di Rosenstrasse intrecciando storie di una New York contemporanea e una Berlino divisa tra passato e presente.

Dopo la morte del padre, una giovane ebrea newyorchese, Hannah (Maria Schrader) è decisa ad andare a Berlino per scoprire la verità sul passato di sua madre Ruth (Jutta Lampe), un passato doloroso che non è mai stato raccontato.

katja-riemann-in-rosenstrasseHannah riesce a mettersi in contatto con Lena (Doris Schade nel presente, Katja Riemann nel passato), una delle numerose donne di Rosenstrasse e colei che nel 1943 si è presa cura di Ruth, prima che la zia la venisse a prendere e la portasse negli Stati Uniti dove è cresciuta sforzandosi di dimenticare per sempre il suo passato.

Con Rosenstrasse, La von Trotta racconta come ci siano due modi diversi di affrontare il dolore e i ricordi: chi preferisce non parlarne, non smuovere le acque per non far riprecipitare la propria vita in un mondo torbido e chi, invece, ricorda volentieri, ritenendosi un vincitore, una persona che non è rimasta intrappolata nel circolo vizioso dell’odio.

Infatti, se Ruth ha cercato di dimenticare quegli anni, non raccontando ai suoi figli ciò che ha dovuto affrontare e il dolore che ne è scaturito, Lena non ha paura di ricordare quei terribili momenti, quei giorni al freddo sfidando i soldati nazisti assieme alle altre donne e la bambina, sfuggita al rastrellamento , di cui si è presa cura.

Il progetto nasce dall’incontro della regista con due donne, due mogli che avevano partecipato alla protesta e dall’impatto che queste storie hanno avuto sulla von Trotta.
“Era un fatto eccezionale che alcune persone, per di più donne, si ribellassero al nazismo.” Racconta Margarethe von Trotta che aveva in mente questo progetto già dal 1993 “in quel periodo andavano di moda le commedie, e nessuno era disposto a produrre un film che parlasse di nazismo, tema da dimenticare per molti tedeschi.”

Il film è stato presentato nel 2003 alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia dove Katja Riemann ha ricevuto la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile, nel 2004, invece, Margarethe von Trotta si aggiudica il David di Donatello per il Miglior film dell’Unione Europea.

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