Bleeder: Missing in Italy

BLEEDER DI NICOLAS WINDING REFN CI RACCONTA IN MODO ED ESTREMAMENTE VERITIERO UNA COPENAGHEN LETALE

Bleeder PosterGENERE: thriller/dramma psicologico

DURATA: 95 minuti

VOTO: 3 su 5

Bleeder è un film del 1999 diretto dal regista danese Nicolas Winding Refn, lo stesso autore di pellicole del calibro di Bronson (2008), Drive (2011) e l’appena uscito The Neon Demon (2016). Con questo film Refn torna dietro la macchina da presa dopo 3 anni dal suo primo lavoro: Pusher: L’inizio (1996), scegliendo la stessa crew di assistenti e anche gli stessi attori principali, Kim Bodnia, Mads Mikkelsen e Zlatko Buric.

La storia di Bleeder è ambientata a Copenaghen, fine anni 90. Incontriamo Lenny, che alterna il lavoro al videonoleggio con lunghe sessioni davanti al televisore a vedere una quantità enorme di VHS, raggiungendo i 10-12 film a settimana, intento anche a “corteggiare” maldestramente Lea, la cameriera di una pizzeria vicino al videonoleggio (trall’altro interpretata dalla stessa moglie del Regista ndr). Poi c’è Leo, lavoratore insoddisfatto della sua vita e da poco anche neo papà, dato che la sua fidanzata Louise è rimasta incinta, creando in lui uno stato di frustrazione, facendolo arrivare anche a compiere atti di violenza domestica nei confronti di Louise, incrinando i rapporti già travagliati con il fratello di questa, Louis.

Tutti i personaggi del film non hanno aspettative del futuro, vivono alla giornata con i loro lavori normali e la solita routine, non si aspettano niente e non chiedono niente: c’è chi è frustrato come Louise, che vede un compagno violento e privo della capacità di voler bene a chi gli sta intorno, chi annoiato come Leo, che per svagarsi un po ed evadere dal solito loop della giornata compra una pistola “non per uccidere qualcuno, ma solo per divertirsi un po” e chi invece a causa della propria timidezza ed insicurezza si rifugia in maniera morbosa nel mondo della cinematografia come Lenny.

Bleeder è un racconto crudo; l’unica patina che vediamo sopra è quella della estrema verità, in pieno stile Refniano. È un film vero, niente c’è di illusorio, niente di costruito, i personaggi sono così come li vedete: scene vere e dialoghi veri, cose che potrebbero succedere tutti i giorni accanto a casa vostra. Mostra una Copenaghen sorda, per chi prova ad urlare ma non ci riesce. Può sembrare all’inizio un film piatto, rozzo, ma le poche scene con le musiche in sottofondo e le inquadrature intense, marchio di fabbrica del regista, sono cariche di molteplici emozioni e significati (per chi riesce a capirle e a catturarle ovviamente). Tutti cercano di aggrapparsi a qualcuno, chi non lo fa si perde: nessuno si salva da solo, tra i personaggi di Bleeder.

Il film è inedito in Italia e rappresenta uno dei maggiori fallimenti nell’intera carriera del regista insieme a Fear X (2003), ma se non badate a queste cose e volete osare, buttarvi nel vortice di una letale Copenaghen, allora siete i candidati perfetti per la visione di questa pellicola.

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