Ella & John – The leisure seeker: recensione

CON ELLA & JOHN – THE LEISURE SEEKER VIRZÌ CI REGALA LA COMMOVENTE STORIA D’AMORE DI DUE ANZIANI IN CERCA DI LIBERTÀ

ELLA JOHN LOCANDINAGENERE: drammatico

DURATA: 112 minuti

USCITA IN SALA: 18 gennaio 2018

VOTO: 3,5 su 5

Freedom is just another word
For nothin’ left to lose
Nothin’ and that’s all that Bobby left me
But feelin’ good was easy Lord
When he sang the blues
Hey, feelin’ good was good enough for me
Good enough for me and my Bobby McGee

Presentato in concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, non è un caso che Elle & John – The leisure seeker si apra e chiuda con la voce di Janis Joplin mentre canta Me and Bobby McGee. La canzone, oltre a raccontare un viaggio tra due innamorati, è anche un inno alla libertà: insomma rispecchia in tutto e per tutto il senso del film di Paolo Virzì, che con il ritorno dietro la macchina da presa si concede gli Usa a 15 anni da My name is Tanino. Solo che questa volta l’America si sente più marcatamente nello stile, tanto che si direbbe un prodotto Made in Usa, e non a firma di un italiano.

In questo road movie le strade, i paesaggi, le vedute panoramiche sono ridotte al minimo, rimangono sullo sfondo per dare spazio ai personaggi, al loro rapporto e alla loro missione. Ma qual è il senso di libertà nel film? Quella di Ella e John è una libertà necessaria per stare ancora insieme, andando contro i voleri che medici e figli vorrebbero imporre a causa delle loro condizioni di salute: mentre, infatti, John ha gravi problemi di memoria, ma ancora discretamente forte e reattivo nel fisico, Ella ha un male che la mangia dall’interno, senza condizionarne però la lucidità mentale. Destinati per volere altrui a passare gli ultimi anni della loro vita lontani, i due ottantenni decidono di ribellarsi e tentare una fuga a bordo dell’amato “leisure seeker”, un camper anni Settanta che li ha accompagnati per tante estati fino al sud insieme ai loro figli. Stavolta la destinazione è la casa di Ernest Hemingway, autore di cui John è esperto e cultore appassionato, e che ha sempre sognato di visitare.

Ella e John si ripetono spesso “Non lasciarmi mai, stai sempre con me”, soprattutto quando in un paio di eventi nel film li vediamo dividersi e separare momentaneamente le loro strade. E allora viene da pensare a quante volte vediamo pellicole d’amore, ma quante volte, realmente, si riesca a raggiungere una profondità tale di sentimento, capace di creare un’immedesimazione quasi totale. Perché Ella e John potremmo essere noi tra qualche anno, o i nostri genitori in un futuro molto più vicino. Qui la rappresentazione della coppia e del sentimento va oltre il matrimonio, oltre lo stare con una persona e dirsi ti amo: qui, mostrando una semplice “fuitina” in tarda età si toccano altre corde, si mostra la quotidianità di due anziani che hanno passato una vita insieme, che si sono persi ma sempre ritrovati, che sono diventati dipendenti reciprocamente, e che sono davvero l’uno la metà della mela dell’altra, compensandosi a vicenda e pensando sempre prima al compagno. In quest’ottica è impossibile non stare insieme, nella vita e nella morte. Insomma, si esce dalla sala con il cuore pieno e tanta voglia di amare.

Non mancano, inoltre, i momenti di riflessione, perché il film si getta a capofitto sui temi della senilità e della malattia senza però essere mai banale, soprattutto focalizzandosi sulla possibilità di scegliere per sé stessi e decidere sempre cosa ne sarà della propria vita, o della propria fine.

Helen Mirren e Donald Sutherland si calano a perfezione nei panni di questi innamorati, tra piccoli litigi e dolci effusioni, teneri momenti di intimità e spiazzanti attimi di malattia: hanno incarnato a perfezione la voglia di esistere senza limitarsi a sopravvivere, regalando risate e lacrime in egual misura. Perché “Libertà è solo un’altra parola per dire che non c’è niente da perdere”.

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