L’uomo invisibile: il reboot

LEIGH WHANNELL RACCONTA GENESI E SEGRETI DEL NUOVO ADATTAMENTO, UNA STORIA DRAMMATICA CON PROTAGONISTA ELIZABETH MOSS

locandina-l'uomo invisibileL’uomo invisibile torna al cinema, in una ‘veste’ tutta nuova, adatta ai tempi tecnologici che stiamo vivendo. La Universal già da qualche anno tenta di dare nuova linfa vitale ai mostri classici, quali Dracula, il mostro di Frankenstein, La Mummia, con risultati che in passato hanno spesso lasciato a desiderare. Il regista, sceneggiatore e attore Leigh Whannell, reso celebre dalla saga di Saw e fresco del successo di critica di Upgrade, sembra aver trovato la chiave giusta, quella di creare un film drammatico, un thriller, invece di un horror.

Quando questi personaggi sono stati inventati facevano davvero paura e col tempo questa cosa si è persa. Una volta c’era il mistero che li avvolgeva, oggi ne siamo così abituati che questi mostri sono quasi comici. Prendi Dracula, è talmente parte della cultura popolare che lo puoi piazzare ovunque, persino in una commedia romantica: Dracula su Tinder, Mi immagino già Kate Hudson che dice – chissà perché non vuole uscire per un appuntamento di giorno. Il mio intento era di renderlo spaventoso sulla linea dell’originale, ma non fare un adattamento classico. Immagino che si possa fare una versione gotica ambientata nel’800, a Londra, con la macchina che spara nebbia, ma non era il film che volevo fare io. Per renderlo spaventoso ad un pubblico moderno l’Uomo invisibile non può essere il personaggio centrale, l’attenzione andava spostata sul punto di vista della vittima”.

Nel film la protagonista è Elizabeth Moss, intrappolata in un matrimonio da incubo. La donna fugge dagli abusi del marito possessivo, ma l’uomo, grazie ad esorbitanti risorse economiche e tecnologiche,  trova il modo di rendersi invisibile e continuare a perseguitarla. Invisibile, ma non un fantasma stile horror giapponese. “Nella mia carriera ho avuto a che fare spesso con i fantasmi, già visto, già fatto. Questa volta non volevo una componente soprannaturale. Dopo aver completato Upgrade mi è venuta voglia di azione. Una volta che orchestri il primo incidente automobilistico è come l’eroina, ne vuoi di più. Volevo prendere quell’elemento di Upgrade e ampliarlo. Se di horror si tratti, che abbia qualcosa di diverso. Di certo non volevo vedere sullo schermo un siero, diventa invisibile perché si inietta un siero. In qualsiasi film di supereroi c’è sempre un siero di mezzo: si è iniettato un siero e adesso può vedere attraverso le linee temporali. Mi sono chiesto – cosa può rendere credibile l’invisibilità oggi? E ci stanno già provando, credimi. Tutto inizia sempre per ragioni di natura militare, come fu per Internet. Abbiamo fatto visita ad alcuni scienziati dell’Università della tecnologia a Sydney, gli abbiamo spiegato la nostra idea e la loro reazione è stata – ah, si, potrebbe funzionare. Hanno iniziato subito a prendere appunti”.

Di notevole importanza è la casa dove vive la coppia, un’enorme villa sull’oceano piena di enormi finestre, così moderna, eppure così asettica. Quasi un personaggio aggiunto, che racchiude tanti segreti. “Volevo un ambiente molto specifico. L’uomo non si vede mai e la casa deve darne l’idea al suo posto. È stato molto difficile trovare una casa del genere in Australia. Avevo scritto il film a Los Angeles dove puoi tirare un sasso e va a colpire la vetrata di uno psicopatico. In Australia sono tutte famiglia accoglienti. Alla fine l’abbiamo trovata, anche se abbiamo integrato ambienti diversi per l’esterno e gli interni”.

In un film chiamato L’uomo invisibile il sonoro assume un ruolo fondamentale. “In Upgrade non avevamo tanti mezzi in termini di tempo e denaro, ma qui il budget era maggiore e ho potuto dire al mio ingegnere del suono, Will Files, di fare un mix come se fosse la demo promozionale per Dolby Atmos. Musica per le sue orecchie. Per me il suono è sempre stato molto importante; sia io che James Wan abbiamo frequentato una scuola di cinema a Melbourne che era orientata più verso il sonoro che le immagini”.

Per incutere terrore senza mostrare niente non basta solo il sonoro, è necessario fare in modo che il pubblico tema gli spazi vuoti. “È il dono di un personaggio come questo. L’invisibilità vuol dire che qualsiasi spazio vuoto può creare tensione. Di solito i film horror, specialmente quelli di cui ho fatto parte, sono sempre scuri, con luci soffuse. Io ho detto subito – accendete tutte le luci! Questo è un personaggio che non ha bisogno di nascondersi nel buio.

 

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