La furia dei titani: recensione film

SAM WORTHINGTON TORNA A VESTIRE I PANNI DI PERSEO NEL SECONDO CAPITOLO DELLA TRILOGIA

Dieci anni fa aveva sconfitto il Kraken, rifiutando il trono dell’Olimpo per vivere in tranquillità di pesca e agricoltura con la moglie e il figlio Helios. Ma per Perseo la vita da comune mortale sarà breve, infatti papà Zeus torna a bussare alla sua porta, chiedendo il suo aiuto. Gli uomini non pregano più e gli Dei si stanno indebolendo, così come tutto ciò che hanno creato. Ma Perseo, la cui moglie è defunta, si trova al bivio tra il restare a badare al figlio e lasciare il padre al suo destino o abbandonare il piccolo per aiutare Zeus a salvare il mondo dall’oblio. Come era stato in “Scontro tra Titani”, anche in questo secondo capitolo, “La furia dei Titani” a creare scompiglio sono le lotte all’interno della famiglia dell’Olimpo.

Ade, fratello di Zeus, si allea con il nipote Ares per risvegliare Cronos, padre di tutti gli Dei, imprigionato da millenni nella prigione del Tartaro, al centro degli Inferi. Proprio questa “Alcatraz mitologica”, inizia a cedere per l’indebolimento delle divinità, così la terra viene invasa dalla “Furia dei Titani”, creature mostruose e crudeli. Così Perseo inizia la sua lotta contro ogni genere di ‘fiera’ che gli si pone davanti, dalla Chimera ai Ciclopi, fino al Minotauro. L’unica possibilità che ha Perseo per salvare di nuovo la baracca, è trovare l’altro semidio Agenore e riunire le tre armi sacre: il Fulmine di Zeus, il Tridente di Poseidone e il Forcone di Ade.

La pellicola, stavolta diretta da Jonathan Liebesman (il primo capitolo aveva come regista Louis Leterrier), punta molto sugli effetti speciali, che in 3D non dispiacciono, soprattutto rispetto a quello dello “Scontro”. Ma la trama non sorprende, cadendo nello stesso errore del primo: tanti colpi di spada, pochi colpi di scena. Tema centrale è il rapporto padre-figlio, con Perseo che impersona entrambi i ruoli, aiutando il padre Zeus e proteggendo il figlio Helios.  Zeus e Ade sono interpretati da Ralph Fiennes e Liam Neeson, che con Sam Worthington nei panni di Perseo, formano una triade di tutto rispetto, con la bella Rosamund Pike nel ruolo della sensuale regina Andromeda.

In un minestrone di personaggi mitologici che si incontrano in modo più o meno anacronistico, l’ora e 40 di film scorre tra battaglie all’ultimo fiato e fughe sfrenate da creature mostruose. Nota di merito per le location, con i paesaggi del Galles e delle Canarie che riportano in vita un’Antica Grecia dai grandi splendori. Confusa e contorta la prigione del Tartato, costruita come un labirinto in continuo movimento da cui usciranno tutti i Titani da affrontare. Per gli amanti del genere non sarà una delusione, quindi aspettiamoci (a malincuore) un’altra puntata. 

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