Il cielo sopra Berlino: gli angeli volati via

ADDIO A OTTO SANDER L’INDIMENTICABILE CASSIEL

Gli angeli, che secondo Wim Wenders vivono nelle poesie di Rainel Maria Rilke, sono stati portati dal cineasta tedesco sul grande schermo con il film Il cielo sopra Berlino nel 1987 e poi, ancora, nel 1993 con il sequel Così lontano, così vicino.

Non erano angeli stereotipati quelli di Wenders dalle bianche ali ma vestiti di nero: loro non proteggevano, loro ascoltavano i pensieri e osservavano. Loro preservavano la realtà. Loro si innamoravano anche, nonostante non potessero interagire con gli umani, come succede a Damiel (Bruno Ganz) che per l’acrobata Marion rinuncia alle ali conoscendo dell’umanità prima di tutto il dolore fisico attraverso la caduta dall’immortalità.

Il cielo sopra Berlino oltre ad essere una storia d’amore scandita dalla poesia Lied vom Kindsein Quando un bambino era un bambino è anche una lunga riflessione sulla Germania nazista, talmente feroce che anche gli angeli non possono nulla innanzi a tanto se non stare male al frastuono insopportabile della crudeltà dell’uomo, su quella della guerra fredda e immediatamente precedente alla caduta del muro che ha diviso, per troppo tempo, un paese.

È di qualche giorno fa che la notizia che Otto Sander è andato lì, dove Wim Wenders lo ha immaginato o in un altrove dove non sappiamo. Oltre ad essere Cassiel (l’angelo amico di Damien quello che non rinuncia al suo ruolo, l’osservatore), ne Il cielo sopra Berlino e il suo sequel, Sander era anche un attore teatrale e un doppiatore, “uno dei più credibili e popolari attori della nostra epoca” come ha affermato presidente della Repubblica federale tedesca Joachim Guack.

Ha solo 16 anni Il cielo sopra Berlino, anche se il suo bianco e nero potrebbe da una parte dargliene di più e se la freschezza e l’attualità della sua sceneggiatura potrebbe essere d’inganno facendo sembrare la pellicola girata ieri ma nonostante questo anche Solveig Dommartin, l’acrobata Marion, oggi non c’è più ma le sue ali, possono essere ammirate al Fernsehmuseum di Berlino mentre alla sua domanda “il tempo guarirà tutto. Ma che succede se il tempo stesso è una malattia?” non vi è ancora degna risposta.

 

 

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