Gigolò per caso: recensione film

GIGOLÒ PER CASO, LA NUOVA E DIVERTENTE COMMEDIA DI JOHN TURTURRO

gigolò per caso locandina filmGENERE: commedia

DURATA: 98′

USCITA IN SALA: 17 Aprile 2014

VOTO: 3,5 su 5

Le donne, ammalianti e incomprensibili creature. Con le loro mille sfaccettature sono da sempre personaggi notoriamente analizzati nel settore cinematografico. Libri aperti, o muri invalicabili. Alle volte basta uno sguardo o un gesto, per esprimere un concetto. Pretendono tanto ma allo stesso tempo danno anche tanto in ogni singolo rapporto che intercorrono. Quando prendono una decisione, quando si prefiggono un obiettivo, niente e nessuno potrà mettersi sulla loro strada. Le donne sono quelle che nutrono le rivoluzioni, quelle che si sono prese i loro diritti, che hanno manifestato per la loro sessualità e che hanno chiesto a gran voce la libertà d’espressione e di pensiero. Dal divorzio all’aborto, dal femminicidio alla tutela dei figli. Ogni singola donna di ogni generazione che viene porta su di sé il peso di un processo storico che ha visto l’affermarsi della loro vita in salita. Ecco perchè ci tengono al rispetto dei loro valori, ecco perchè l’affermazione della loro indipendenza è così di vitale importanza. Le donne però sono anche creature fragili, forse le più fragili che esistano sulla terra. Basta un piccola parola per distruggere la loro esistenza, basta un atto ritenuto insignificante per annientare le loro vite.

John Turturro nel suo nuovo film da regista ha voluto rendere omaggio all’universo femminile, raccontando attraverso una commedia sentimenti, caratteri, personalità e sfumature di tre personaggi di donna in particolare, unite dalla voglia di essere ascoltate e sentirsi ancora giovani. Gigolò per caso è infatti la storia di due uomini, amici da sempre, che sull’orlo di una crisi economica per ora schivata solo in virtù di tanti lavoretti part-time, decidono di metter su un business che vede Fioravante (interpretato dal regista stesso) diventare un gigolò e Murray (Woody Allen) fare il suo manager.

Ironico, profondo, delicato e ben argomentato, il film è il racconto di una società in crisi in pieno stile Woody Allen, che si erge su una Brooklyn non da cartolina ma di quella che puoi scoprire solo perdendoti nei vicoli senza meta, nei quali si sente da lontano una melodia jazz che allieta e rende l’aria spensierata. Il punto di vista del regista è chiaramente ispirato all’amico Allen, che ha firmato insieme a lui la sceneggiatura. Gigolò per caso risente in parte delle crisi esistenziali e nevrotiche tipiche del newyorchese, che sono però intervallate dalla tranquillità con la quale Turturro si destreggia nei panni dell’amante a pagamento.

Il cineasta italo-americano ci ha visto lungo specialmente nel calibrare la storia che non spicca per audacia con un approfondimento attento e meticoloso dell’interiorità dei suoi personaggi. Dall’analisi della forte amicizia maschile, ai comportamenti femminili, passando per quanto la situazione culturale ed economica di un paese sia determinante nelle relazioni degli individui proprio perchè inevitabilmente incide nel loro modus vivendi. E’ lo sguardo non ancora disincantato di una società che cerca la bellezza nelle piccole cose, che si lascia trascinare i sensi da una melodia musicale, che rimane ad ascoltare le persone solo per il piacere di sentire ‘quello che le donne non dicono’.

 

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