Still Alice: recensione film

STILL ALICE LA STORIA, RIUSCITA A METÀ, DI UN’ANIMA PERSA

locandina Still AliceGENERE: drammatico

USCITA IN SALA: 22 gennaio 2015

DURATA: 99 minuti

VOTO: 3 su 5

Le parole sono l’essenza di ogni vita: dire, comunicare, spiegarsi. Per Alice le parole sono talmente importanti che ha basato su di esse la sua carriera. Alice è una docente di Harward fiera degli obiettivi raggiunti nel lavoro e nella sua vita privata dove senza rinunciare a nulla è diventata moglie premurosa e stimata madre di tre figli, Anna, Tom e Lydia. Da un giorno all’altro Alice comincia a sentirsi persa, pian piano sempre più vuota: la vita ha deciso di portarle via i ricordi.

Tratto dal caso editoriale Perdersi, opera prima della neuroscenziata Lisa Genova, Still Alice è il delicatissimo racconto del percorso, doloroso e ingiusto, che deve affrontare un malato di Alzheimer e delle conseguenze che un male tanto devastante ha anche sulle persone che le stanno intorno. La straordinaria Julianne Moore interpreta in maniera meravigliosa la mutazione cerebrale e fisica di una donna cinquantenne vittima di questa maledizione.

Intenso e toccante, anche se non riuscito fino in fondo, Still Alice è in realtà è un inno alla vita che è stata e allo stesso tempo una dichiarazione disperata d’impotenza di una donna che tenta di diventare una maestra dell’arte di perdere ricevendo in cambio ha solo una sensazione perenne di vergogna alimentata costantemente dagli sguardi ricolmi di pietà degli altri e dalla consapevolezza di essere derisa.

La tematica potente, e toccata con la giusta delicatezza senza mai però suicidare l’opera nel patetico, vive dal punto di vista qualitativo solo nelle espressioni e nella bravura della Moore per poi perdersi nei momenti in cui l’attrice interagisce con gli altri interpreti, compresa una Kristen Stewart che fuori dai panni della Bella di Twilight trova la sua ragion d’essere sul grande schermo senza mai però brillare particolarmente. In più se da una parte la metamorfosi di Alice è realistica tanto da donare pianto, le reazioni del corollario di personaggi che le girano intorno risultano forzate, fredde e i rapporti tra la protagonista e i vari membri della sua famiglia non sono curati, mancano della fondamentale introspezione. Per questo Still Alice è un lungometraggio incostante che tocca dei picchi di emotività molto forti per crollare, più volte, anche nel poco coraggio e nell’ovvietà del suo finale.

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