Ruoli Cult: Marlene Dietrich è Lola Lola

MARLENE DIETRICH, L’ANGELO DI STERNBERG CONQUISTA UN POSTO NEL PARADISO CINEMATOPGRAFICO

Lola LolaCome dimenticarsela nel ruolo di Lola Lola, la bella e provocante cantante dell’Angelo Azzurro. Correva il 1930 quando per la prima volta a Berlino venne proiettato Der Blaue Engel, film diretto da Josef von Sternberg. La diva tedesca proprio con questo film conquistò il suo posto in paradiso, è Marlene Dietrich l’angelo di Sternberg, quell’angelo che dopo aver spiccato il volo diviene una delle dive più apprezzate, invadiate e ammirate del tempo.

Complice anche quel carattere alle volte insolente e tremendamente difficile che ha fatto della diva una delle icone più raffinate e affascinanti. Pur avendo precedentemente girato già 18 pellicole la carriera della Dietrich esitava a decollare, fu proprio questo film che le permise di essere apprezzata anche oltreoceano. All’inizio pare che tale ruolo, quello di Lola Lola, dovesse essere affidato a Gloria Swanson (Desmond di Viale del tramonto), Phyllis Haver o Leni Riefenstahl che divenne una regista di spicco nel periodo nazista. Risulta che Marlene venne vista in un cabaret berlinese dallo stesso regista e che tale donna, stando alle parole del cineasta raccolte nella sua biografia, incarnasse perfettamente la tipologia femminile da lui più amata.

L’Angelo azzurro, tratto dal romanzo di Heinrich Mann, racconta del professor Unrath che si innamora perdutamente della cantante di cabaret Lola Lola fino a diventare letteralmente suo schiavo. Insieme al lavoro perde anche la stima dei suoi allievi e quella dignità che ormai disintegrata lo porta ad essere tremendamente ridicolo. Uno spaccato cinico e crudele di quanto la condizione umana possa cadere in basso, perso in un amore sbagliato.

Lola Lola è possibile definirlo come uno dei ruoli più riusciti della storia del cinema, fu riproposto tante volte dalla Dietrich e imitato da svariati personaggi. Il cilindro, il boa di piume e le calze con le giarrettiere nere fu un segno di riconoscimento quasi di una società, una società a cavallo tra l’espressionismo e quel nuovo mondo di percepire l’arte in una grande apertura culturale. Come dimenticare le gambe di Marlene Dietrich, la femme fatale che mai risultò tanto crudele e affascinate, la donna fredda e austera come la modernità che abbagliava e opprimeva la mente umana. Il peccato e l’erotismo si fonde nell’ Angelo Azzurro con l’eleganza e la bellezza della diva.

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