Diamante Nero: recensione film


 IL RACCONTO DI UN VUOTO ESISTENZIALE CHE PROVA AD ESSERE COLMATO

diamantenero1GENERE: drammatico

DURATA: 112 minuti

USCITA IN SALA: 18 giugno

VOTO: 2,5 su 5


Diamante Nero
racconta una storia tutta al femminile e lo fa con lo sguardo rivolto ai disagi della società che si intersecano con il percorso di crescita di una sedicenne. La periferia si infittisce di violenza, sesso e droga, lasciando in sottofondo il ritmo della musica.

La banda diventa una famiglia a tutti gli effetti, un modo per sfuggire alla realtà costruita di regole e proibizioni. Un mondo parallelo dove il più forte vince e i deboli soccombono all’umiliazione. L’amicizia e l’appartenenza al gruppo fanno il resto creando una simbiosi tra la società esterna e i sentimenti dei protagonisti stessi.

Marienne ha 16 anni e vive un’esistenza difficile e immobile. Il nucleo famigliare è composto da una madre quasi inesistente, da un fratello maggiore che fa da padrone e da due sorelle più piccole a cui badare.

L’incontro con tre ragazze porterà la protagonista a diventare più forte e coraggiosa, entra a far parte di una banda tutta al femminile che in poco tempo diviene  la sua famiglia. Diventare grandi è però un percorso difficile che Marienne sceglie di fare da sola.

Diamante nero diretto da Cèline Sciamma, pur trattando tematiche forti e d’impatto, finisce per essere un film senza alcuno sbocco emozionale. Il tutto sembra un girotondo, un cerchio che si apre e si chiude senza nessuna risoluzione. Si arriva alla fine e si sente che manca qualcosa, una pellicola poco esauriente nel contenuto nonostante i tanti temi trattati. Una pellicola intrisa di un forte femminismo, coraggioso e alle volte politicamente scorretto. Questo il vero punto forte di Diamante Nero.

https://youtu.be/PrPQ2DOzRKY

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