Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar: recensione

IL NUOVO CAPITOLO DI PIRATI DEI CARAIBI RITORNA SULLA STRADA DELLA SAGA DELLE ORIGINI, FACENDOSI PERDONARE IL VERGOGNOSO FILM PRECENDENTE

Pirati dei caraibi 5 - locandina salazarGENERE: fantastico, azione

DURATA: 135 minuti

USCITA IN SALA: 24 maggio 2017

VOTO: 3 su 5

La flotta di marinai fantasma e il loro capitano Armando Salazar sono i nuovi nemici del capitan Jack Sparrow. Loro, infatti, col “passero” hanno un conto in sospeso fin da quando Jack era appena un giovane pirata alle prime armi. L’unica arma che può salvarlo da questi morti che non vogliono proprio morire una volta per tutte, è un oggetto leggendario in grado di spezzare qualsiasi maledizione, il Tridente di Poseidone. Anche il giovane Henry Turner lo cerca per liberare suo padre da un male che lo tiene distante da casa da quasi due decenni, e al suo fianco si unisce l’intelligente Carina Smyth, astrologa da sempre legata a un padre, invece, mai conosciuto. A portarli per mare è proprio Sparrow, con una piccola e ridicola nave malandata. Ricompare nuovamente, poi, anche il capitano Hector Barbossa: stavolta da che parte starà?

Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar, nonché quinto episodio di una saga che dura ormai da quattordici anni, ci riporta alle origini delle avventure del capitan Jack Sparrow, promuovendo una storia per molti versi molto simile a quelle della prima trilogia e voltando nettamente le spalle al dimenticabile (e per molti dimenticato) quarto film. Insomma, si punta tutto su qualcosa di già visto, ma soprattutto di certo e provato, e ciò è comprensibile guardando semplicemente i personaggi: le due giovani new entry Brenton Thwaites e Kaya Scodelario, nei panni di Henry e Carina, ricordano da vicino i primi William ed Elisabeth.

Proprio loro portano a una tematica già affrontata in precedenza e che torna a proporsi, stavolta in modo però molto più centrale e diffuso: il rapporto padre-figlio/a. Se abbiamo in passato conosciuto il legame tra Will, Elisabeth e i rispettivi padri, e se addirittura era comparso quello di Jack (Keith Richards), ora il film parte proprio dall’idea della ricerca di questo rapporto perduto: quello tra Henry e Will, separati da una maledizione che già lo spettatore conosce, e quello tra Carina e un padre che non ha mai conosciuto, ma per il quale si è dedicata una vita intera allo studio delle stelle. Un legame più volte, tra l’altro, affrontato prepotentemente nel cinema degli ultimi anni dai blockbuster, fino all’ultimo esempio di Guardiani della galassia Vol.2.

Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar è un film molto divertente perché pur sempre profondamente ancorato all’immagine tanto amata del suo protagonista molleggiato e mezzo ubriaco, e ricco di scene d’azione ben costruite, come ad esempio quella della banca e di un goffo tentativo di furto, in cui la ciurma di Sparrow si trova a trainare via un intero edificio e non solo la cassaforte, come era nei piani. Spiritoso, anche se un po’ azzardato, pure l’attesissimo cameo di Paul McCartney nei panni di zio Jack.

Sicuramente non deludono gli effetti visivi: molti rimarranno strabiliati da un ringiovanito Johnny Depp nela sequenza in flashback che spiega il perché del suo nome “Sparrow”; inoltre davvero affascinante l’idea della rappresentazione dei nuovi dannati, una ciurma di non morti fatta a pezzi nel vero senso della parola, al seguito di un capitano dalla chioma fluttuante interpretato da Javier Bardem. Loro che da vivi solcavano i mari con l’unico scopo di abbattere qualsiasi nave su cui sventolasse una bandiera con teschio e ossa, ora sono per un gioco del destino e per la furbizia di un giovane passero condannati a essere “non definitivamente morti”, per sempre a bordo della loro nave Silent Mary all’interno del Triangolo del Diavolo.

Riusciti ad uscire da questo luogo lugubre e tetro, sempre per colpa di un inconsapevole gesto di Jack, incontrano anche il capitan Barbossa (Geoffrey Rush), ormai al comando di una flotta di dieci navi, ricco sfondato ma pur sempre pirata nell’anima e nei comportamenti, ancora diviso tra il tradimento e l’amicizia verso Sparrow.

Insomma, il film non delude anche se a conti fatti non porta nulla di nuovo, anzi timorosamente non abbandona la strada vincente dei primi film. Questo non può non far pensare al futuro: è davvero l’avventura finale? Speriamo, perché senza voler spoilerare nulla, La vendetta di Salazar sarebbe la degna conclusione del ciclo e, diciamocelo, la scena post titoli di coda sembra alquanto angosciosamente superflua.

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