Creed II: recensione

CREED II, IL COMMOVENTE FILM DI COMMIATO DI STALLONE DAL RUOLO DI ROCKY

creed 2 posterGENERE: drammatico

DURATA: 130 minuti

USCITA IN SALA: 24 gennaio 2019

VOTO: 3,5 su 5

“Ti spiezzo in due”. Una delle battute cinematografiche che di certo non verranno mai dimenticate, torna alla memoria con Creed II, non perché venga ripronunciata ma perché a distanza di decenni rivediamo sul grande schermo colui che la rese celebre, Ivan Drago direttamente da Rocky IV.
Con qualche ruga in più ma sempre con lo stesso muso duro, Drago non ha dimenticato la schiaffo della sconfitta che Rocky gli ha inflitto circa 35 anni or sono, e continua a covare vendetta addestrando suo figlio Viktor per farlo salire sul ring contro il pupillo del suo acerrimo avversario, Adonis Creed. Ciò non rappresenta solo un incontro sul ring ma porta anche il campione americano a fare i conti col passato: suo padre, il campione Apollo, è infatti morto a causa dell’incontro con Ivan. Sta anche in questo la genialità di questa pellicola: riuscire ad essere due sequel in uno, quello di Rocky IV, e quello naturalmente di Creed – Nato per combattere.

La trama è alquanto prevedibile, sappiamo cosa succederà e chi vincerà lo scontro finale fin da subito, ma questo non rende di certo il film meno coinvolgente, appassionante e commovente. Tutto ruota attorno alla vita di Adonis, che arrivato al culmine della sua carriera si trova ad affrontare una nuova sfida che lo impegna non solo sul piano fisico ma soprattutto su quello emotivo. A questo si aggiunge anche la sua vita privata: Creed II usa la boxe da cornice per approfondire altre dinamiche più profonde, come la relazione tra Adonis e Bianca, e anche il rapporto con Rocky e con il ricordo del padre scomparso. Inoltre la tematica padre- figlio si concretizza ulteriormente vedendo Ivan e Viktor. Il primo riversa sul secondo la sua frustrazione convincendolo a realizzare il suo personale sogno infranto anni prima, a costo di comprometterne i sentimenti. Tutto per essere riaccettato da quella schiera di persone che all’epoca lo rinnegarono, cacciandolo.

Per quanto da una parte e dall’altra il desiderio sia quello di vincere ad ogni costo, con o senza i guantoni, la morale è davanti ai loro occhi e la impareranno tutti: più importante della vittoria c’è solo la famiglia.

Steven Caple prende le redini della regia lasciate da Ryan Coogler, che ha diretto il primo film nel 2015: Caple ci fa salire sul ring, ci fa contrapporre ai due lottatori e sentire il dolore allo stomaco e le costole rompersi nel momento del colpo.  Lo spettatore è tra di loro, quarta presenza su quel ring dove non si risparmiano colpi.

Nel cast, insieme agli impeccabili Sylvester Stallone e Michele B. Jordan, anche Tessa Thompson, Phylicia RashadDolph LundgrenFlorian “Big Nasty” Munteanu, Wood Harris e Russell Hornsby.

Il film di commiato di Stallone da uno dei suoi ruoli celebri, non poteva che essere così: un commovente passaggio del testimone ad Adonis, perché ora è davvero arrivato il suo tempo.

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