Terezin arriva al cinema in occasione del Giorno della Memoria

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PER IL GIORNO DELLA MEMORIA, IL 27 GENNAIO, FRA GLI ALTRI ARRIVA AL CINEMA IL FILM TEREZIN, LA STORIA DEI MUSICISTI EBREI DEPORTATI NEL GHETTO VICINO PRAGA

Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria, per commemorare le vittime dell’Olocausto. Numerosi sono gli appuntamenti in programma per celebrare questa importante giornata e non dimenticare mai l’atrocità compiuta nei confronti di milioni di ebrei nei  campi di concentramento.

Quest’anno, però, arriva al cinema un nuovo film, Terezin, opera prima di Gabriele Guidi,  figlio di Johnny Dorelli e Catherine Spaak, una produzione Minerva Pictures con Rai Cinema.
Terezin, il famigerato ghetto modello a 60 km da Praga, è passato alla storia per il numero di musicisti e intellettuali ebrei deportati e per aver ospitato migliaia di bambini. Attraverso la storia di due musicisti ebrei conviventi, il clarinettista italiano Antonio (Mauro Conte) e la violinista cecoslovacca Martina (Dominika Moravkova), il film di Guidi racconta una delle pagine più atroci dello sterminio nazista del popolo ebraico.  La loro storia d’amore, deportati nel 1942, si intreccia con le incredibili vicende dei tanti artisti e intellettuali rinchiusi con loro.

terezinRealizzato con il patrocinio delle Comunità Ebraiche Italiane, Terezin è stato girato proprio nei luoghi del ghetto, attivo tra il novembre del 1941 e il maggio del 1944. Questo ghetto era definito “modello” nella propaganda nazista ma da qui, ogni giorno, partivano per Treblinka e Auschwitz  numerosi  treni di deportati, in base alle liste che gli stessi rappresentanti ebrei erano costretti a stilare. Chi aveva la “fortuna” di sopravvivere al tifo e alle condizioni di vita e di lavoro, era utilizzato come manovalanza o intrattenitore, contribuendo alla  messa in scena dei nazisti. Il 23 giugno 1944, proprio qui ci fu una visita della Croce Rossa internazionale che non si accorse dell’orrore che si svolgeva lì dentro e gli stessi artisti presenti nel ghetto furono costretti ad  apparire in un film di propaganda.

A Terezin furono deportati molti artisti, provenienti dalla Cecoslovacchia, dalla Germania, compositori come Viktor Ullmann, Zikmund Schul, Pavel Haas, Gideon Klein, Hans Krása, Rudolf Karel, Rudolf Kende, maestri di orchestra come Rafael Schächter e musicisti come Alice Herz-Sommer, Eric Vogel, Pavel Lipensky, Martin Roman e Julius Stwertka. Nella maggior parte dei casi, i deportati rimasero nel ghetto quasi quattro anni, prima di essere liberati o deportati e uccisi ad Auschwitz. Nel ghetto, così come nel film, erano presenti anche tantissimi bambini e di loro, uccisi quasi tutti nelle camere a gas, rimangono i numerosi disegni  e scritti con cui hanno raccontato la vita nel ghetto e ora in mostra al museo ebraico di Praga.

L’idea dei nazisti non era solo quella di sterminare fisicamente tutti gli ebrei, ma anche di annientare le loro menti migliori, quelle che avrebbero reso migliore il mondo in cui viviamo, come hanno potuto fare i fortunati, scrittori, poeti, compositori e registi, emigrati prima o che, prima di scomparire, hanno lasciato testimonianza, scritta o dipinta, della vita nel ghetto e dei soprusi subiti.

Nel cast di Terezin ci sono tra gli altri Cesare Bocci, Alessio Boni e Antonia Liskova e il film è in sala dal 26 gennaio. Un’occasione imperdibile per non dimenticare mai le atrocità commesse e non ripetere mai più gli stessi errori.

 

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