Intervista a pierpaolo de fina

SI CONFESSA CON NOI IL DIRETTORE DI I’VE SEEN FILMS FEST

Un festival è sempre un evento mondano. In questo caso “I’ve seen films”, come a dire, io ne ho viste così tante di pellicole da poterne scovare altre, proporvele e dargli un palcoscenico rilevante.

Il direttore PierPaolo De Fina, se volesse citare l’attore Rutger Hauer, parlerebbe di opportunità e ci metterebbe passione nel descrivere il lancio della terza edizione dell’ I’ve seen films (festival), sua creatura professionale. Fino allo scorso anno una vetrina per cortometraggi, ora diventato anche catalizzatore dell’attenzione internazionale anche per lungometraggi degni di nota.

Secondo lei, la scelta di inserire lungometraggi all’interno del festival, non rischia di snaturarne la “mission”?

Se vogliamo così chiamarla, la nostra finalità è quella di favorire la diffusione dei corti, ma anche la connessione tra filmaker di tutto il mondo, dare visibilità e prestigio al cinema pur nelle sue forme meno estese quali sono i cortometraggi. Ci sono diversi modi attraverso cui affrontiamo questa sfida, in primis invitando a partecipare al festival (oggi tale a tutti gli effetti) e in giuria gli amici più cari di Rutger Hauer, un giurato come altri e non solo presidente del concorso (la vittoria sarà basata su un numerico calcolo di gradimento). Stiamo parlando di gente come Anton Corbijn, Mimmo Calopresti e Miranda Richardson.

Qual è l’opportunità più concreta che viene data ai partecipanti e alle loro opere?

Noi offriamo una serie di opportunità sia per i corti che per i lungometraggi, solitamente di maggiore complessità distributiva. I partecipanti al concorso internet, potranno anche inserire il proprio lavoro su micro cinema digital network, che prevede l’esposizione in alta definizione e un abbattimento dei costi di proiezione, senza variare la programmazione delle sale. I film verranno trattati alla stessa stregua, ovvero i corti presentati prima dei lunghi o in prefissate compilation tese a valorizzare anche quelli più nascosti, mentre gli autori da “salto in lungo” verranno supportati nel passaggio dall’intera organizzazione.

Che risonanza avranno i vincitori o i migliori lavori sul palcoscenico internazionale?

Sicuramente il palcoscenico di maggiore prestigio sarà la serata di gala finale, una premiazione che avrà luogo presso il Palazzo Reale di Milano l’8 ottobre prossimo e che sarà aperta al pubblico, salvo esaurimento posti. I premiati riceveranno dalle mani dello stesso Hauer i riconoscimenti e tutto l’impianto celebrativo sarà un evento in grande stile che, parlando d’autore, so bene quanto gratifichi le persone sul palco. Come diffusione internazionale punteremo sulle foto del festival e della serata pubblicate online, sicuramente un ritorno d’immagine importante che sarà al tempo stesso promozione e focus d’attenzione per ogni autore. In soldoni, l’equa possibilità tra premiati e partecipanti di farsi pubblicità agli occhi del mondo.

A cura di Simone Bracci

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